I

 

“IL VESCOVO PARLA  A  FAVORE DI MEDJUGORJE”

 

Poco dopo l'inizio delle apparizioni e dopo gli attacchi del regime comunista iugoslavo sia ai veggenti che alla chiesa locale, il vescovo di allora, mons. Žanić, il 25 Luglio 1981  durante la Santa Messa da lui celebrata a Medjugorje disse:

 

 

….sono profondamente convinto che nessuno ha istigato i bambini che dicono di aver visto la Madonna, nessuno ha istigato questi bambini.  Se si trattasse di un solo bambino si potrebbe dire: ma quello ha la testa dura, neppure la polizia può scucirgli nulla.  Sei innocenti, semplici bambini nel giro di mezz'ora, se qualcuno li avesse spinti, direbbero tutto.  Nessuno dei sacerdoti, lo garantisco personalmente, ha mai avuto intenzione o fatto in modo di spingere i bambini a fare alcunchè ... Sono anche convinto: i bambini non mentono! I bambini dicono esattamente quello che sentono nei loro cuori... E' sicuro: I ragazzi non mentono".

 

 

Il vescovo era talmente convinto di ciò che, in risposta ad altri attacchi della stampa comunista, il 16 Agosto 1981 fece pubblicare  sulla rivista cattolica "Glas Koncila", col titolo "Dichiarazione episcopale sulle apparizioni dell'Erzegovina",  il seguente testo:

 

 

  1. L'opinione pubblica si aspetta che ci esprimiamo sugli eventi della parrocchia di Medjugorje, dove sei bambini affermano che appare loro la Madonna.  Quando ne scrivono giornalisti atei convinti, è del tutto naturale che neghino ogni carattere di verità di quello che dicono i bambini.  Essi parimenti ritengono che non esistano né Dio né la Madonna.  Per noi fedeli è inaccettabile e offensivo il modo in cui se ne scrive e che si avanzi, senza prove, l'accusa che i bambini siano stati spinti a questo.

  2. Gli articoli di giornale sono scritti da persone che della fede sanno scrivere solo con ironia e disprezzo, da una posizione di forza, con molte accuse non provate.  Così, tra le molte insinuazioni verso i sacerdoti, si attribuisce loro che "attraverso dei bambini minorenni, radunati e indottrinati senza che i loro genitori lo sapessero, abbiano cercato di convincere la gente circa l'apparizione della "Madonna" in forma umana".

  3. E' altrettanto inesatto che i competenti organi ecclesiastici si siano distanziati dagli avvenimenti di Bijakovici, proclamandoli "superstizione".  Parimenti ci dispiace che nell'opinione pubblica si accusi falsamente la Chiesa Cattolica dell'Erzegovina di intenzioni politiche e ingannatorie.

  4. Parlando in generale di apparizioni e miracoli, dobbiamo dire che per noi credenti sono possibili.  Non negheremo certo Gesù Cristo e la storia dei santi.  E' noto, tuttavia, quanto la Chiesa sia stata cauta finché alla fine non ha espresso il suo giudizio positivo sulle apparizioni e i miracoli di Lourdes, Fatima e altri luoghi.

  5. E' noto anche che le anime devote hanno spesso affermato di vedere qualcosa, ma era un'allucinazione, una personale esperienza psichica o una semplice falsità.

  6. Che cosa si può dire del caso di Bijakovici?  E' sicuro che i bambini non sono stati indotti da nessuno, specialmente da nessun uomo di Chiesa, a dire falsità.  Inoltre, almeno per ora, tutto induce a pensare che i bambini non mentano.  Rimane la domanda più difficile: è un'esperienza soggettiva dei bambini o qualcosa di soprannaturale?

  7. Quando gli Ebrei volevano chiudere la bocca agli Apostoli, allora, dicono gli Atti, l'intelligente e saggio maestro della legge - Gamaliele - disse nel Consiglio: non riuscirete a distruggerlo ... (At 5, 38-39).Noi per ora assumiamo questa posizione!"

(CURIA VESCOVILE MOSTAR AKSA, 14.  VIII. 1981, n. 32 (587), p. 3)

(Glas Koncila, 16 agosto 1981, p. 1)

 

 

Anche dopo l'arresto di padre Jozo, avvenuto il 17 Agosto 1981, il vescovo Žanić continuò a protestare contro le false affermazioni e accuse mosse dal regime comunista in riferimento agli avvenimenti di Medjugorje e,  i primi di Settembre,  indirizzò un comunicato al Presidente della Repubblica Federale  Jugoslava Sergej Kraigher pubblicato poi  il 13 settembre 1981:

 

 

"Egregio Signor Presidente,

 

Sui quotidiani, alla radio e nei programmi televisivi, è stata data, con diverse formulazioni, la notizia secondo la quale il 17 agosto 1981 a Citluk si è tenuta la seduta allargata della Conferenza Comunale della Lega Socialista del popolo lavoratore di Citluk, che ha discusso sugli eventi della parrocchia di Medjugorje.  Nelle notizie è stato detto anche quanto segue:

"Si è sottolineato che al popolo bisogna dire ancora più chiaramente che quello che vogliono e pianificano i sacerdoti Iozo Zovko di Medjugorje, il suo collega Ferdo Vlasic, il vescovo di Mostar Žanić e altri estremisti, è quella stessa cosa che per noi pianifica e sogna l'organizzazione terroristica ùstascia.  I cleronazionalisti si sono lanciati contro il corso della rivoluzione, contro il sistema costituzionale, contro l'autogestione socialista, e questa è in sostanza la più brutale manipolazione del sentimento religioso delle persone".

Ciò secondo le notizie della Radiotelevisione di Sarajevo del 17. VIII 1981

Contro tali insinuazioni, false e completamente infondate, ritengo mio dovere e mio diritto protestare con indignazione.  Come vescovo cattolico ed ordinario responsabile della Diocesi di Mostar respingo da me e dai miei ricordati sacerdoti questi irresponsabili attacchi e calunnie, il cui cattivo gusto non contribuisce per nulla ad una serena considerazione di quanto succede nella parrocchia di Medjugorje.  Con tali comportamenti offensivi si ledono i basilari diritti civili e religiosi.

La prego di prendere atto di questa mia protesta e di approntare, in quanto Lei è la persona al massimo grado responsabile della Repubblica Federale Socialista Jugoslava, le misure più energiche contro queste uscite irresponsabili.

La prego di gradire i miei ossequi."

 

Mons.  Pavao Žanić  v. r. vescovo

 

(Glas Koncila, 13 settembre 1981, p. 9)

(Naša ognjišta, XI (1981), n. 8, p. 2)

 

 

(Il vescovo Žanić  inviò la stessa protesta ai più alti organi federali e repubblicani, alle assemblee dei Comuni di Mostar e Citluk, alle redazioni di tutte le riviste che riportavano notizie sugli eventi di Medjugorje, a tutti i giornali e le riviste cattoliche della Jugoslavia, alla Santa Sede, alla Presidenza della Conferenza Episcopale Jugoslava di Zagabria, a tutti i vescovi iugoslavi e ai sacerdoti e fedeli di tutte le diocesi.)

 

Dopo queste proteste, il vescovo non parlò più a favore di Medjugorje.

 

 

II

 

LA “QUESTIONE ERZEGOVINESE”

 

 

L’antica Dalmazia è stata fedele al Vangelo fino ad oggi, passando tuttavia attraverso la terribile esperienza della dominazione Ottomana. I turchi la occuparono nel 1474, perseguitando atrocemente  i cattolici, ma i frati minori francescani, nonostante i molti massacri di religiosi, decisero di rimanere con il popolo a difendere la fede cristiana; invece il clero secolare, vescovo compreso, fuggirono e si rifugiarono sotto l’ala protettrice degli Asburgo. Per quattrocentoquattro anni, tanto durò la dominazione, l’ordine dei frati minori francescani mantenne viva l’identità cattolica, ottenendo in cambio l’affetto incondizionato degli abitanti di quelle terre. Al termine dell' occupazione turca,  Papa Leone XIII, nel 1881, volle restaurare le diocesi, chiedendo ai francescani di restituire le parrocchie e attivando un percorso di “normalizzazione” che ancora oggi fatica a essere portato a termine per il mancato accordo tra clero secolare e francescani. La situazione si aggravò nel 1942 quando, per decisione pontificia, la diocesi di Mostar, fino a quel momento retta interamente dai francescani, venne affidata ad un esponente del clero secolare.

Tra la fine del 1980 e gli inizi del 1981, a Mostar, Mons. Zanic riuscì a restituire al clero diocesano i tre quarti delle parrocchie, fino ad allora affidate interamente ai francescani. Ci furono contestazioni e malumori da parte di tutti e in questa situazione il vescovo fece sospendere "a divinis" due giovani francescani, Ivan Prusina e Ivica Vego, accusati di disobbedienza per aver continuato la loro attività pastorale a Mostar, vicino ai fedeli che non volevano ricevere i sacramenti se non dai francescani.  Nell’Aprile 1981 (due mesi prima che iniziassero le apparizioni), essi ricevettero anche l’ordine di lasciare Mostar, dietro minaccia di sanzioni. I due giovani francescani, che non volevano lasciare Mostar in quanto non si ritenevano colpevoli, nel mese di Dicembre 1981, tramite la veggente Vicka, fecero delle domande alla Madonna sulla loro situazione  e la Madonna rispose che "loro non erano colpevoli e che il vescovo aveva agito precipitosamente".

Nel Gennaio 1982 Vicka incontrò il vescovo al quale  riferì le parole  della Madonna sulla situazione dei due cappellani di Mostar (che nel frattempo  erano stati anche espulsi dall’Ordine francescano e sciolti dai loro voti per decisione del Vicario generale dei francescani a Roma, senza però un giusto processo).

Il vescovo Žanić, a questo proposito, liquidò la questione dicendo:  “La Madonna parla contro il vescovo nell’esercizio della sua funzione pastorale? Ma contro il vescovo vuol dire contro la Chiesa. Dunque quella di Medjugorie non è la Madonna!”

 

 

I due frati cappellani, in seguito, presentarono ricorso contro questa decisione alle autorità ecclesiastiche e la Signatura Apostolica, tribunale ecclesiastico di Roma, dichiarò che l’atteggiamento del vescovo Žanić verso i due cappellani di Mostar, Ivan Prusina e Ivica Vego, non era stato corretto. Così la loro condanna fu annullata il 27/3/1993 con delibera n. 17907/86 ed essi furono riabilitati. Purtroppo la sentenza è arrivata dopo 11 anni e nel frattempo Ivica Vego si era sposato.

 

 

 

III

 

LA PRIMA COMMISSIONE DIOCESANA

 

 

Sempre nel Gennaio 1982 il vescovo, su richiesta della Santa Sede, formò una commissione di quattro membri (due francescani e due diocesani) per studiare  gli avvenimenti di Medjugorje.  Circa due anni dopo la Santa Sede, insoddisfatta del lavoro della commissione (che aveva interrotto i lavori in quanto i francescani e i diocesani non si mettevano d’accordo), invitò il vescovo Žanić ad istituire una commissione di esperti più ampia in modo da analizzare gli avvenimenti in modo più approfondito.  Nel Febbraio 1984 il vescovo costituì una nuova commissione formata da 14 membri ma in seguito, non soddisfatto, il 30 Ottobre 1984  pubblicò lo scritto “Posizione attuale (non ufficiale) della Curia vescovile di Mostar nei confronti degli eventi di Medjugorje”. In questo scritto si legge a pag.1 e pag.21:

 

 

"... Dato che tale fatto crea una tensione e divisione tra i fedeli, la Curia vescovile di Mostar è costretta ad intervenire, anche prima del definitivo parere della Commissione su Medjugorje, per richiamare l'attenzione dei pubblico alla imprudente propaganda e all'irresponsabile organizzazione dei pellegrinaggi a Medjugorje..."

 

E conclude:

 

a)    Il Vescovo di Mostar, studiando il caso personalmente e con l'aiuto della apposita Commissione in tutto questo tempo ha maturato responsabilmente la certezza morale che negli eventi di Medjugorje si tratta di un caso di allucinazione collettiva.  Questa è stata abilmente sfruttata da un gruppo di francescani dell'Erzegovina che hanno dato una parvenza di serietà alle presunte "apparizioni" e ai contenuti dei “messaggi”, manipolando il sincero desiderio di soprannaturale nel popolo e la sua profonda pietà mariana.  La più grande responsabilità cade sulle spalle del mistificatore e mago carismatico, fra Tomislav Vlasic, il quale nella sua strada ha        rischiato di spergiurare purché difendesse la sua posizione.

b)   Il vero obiettivo di questo gruppo di francescani – infatti molti altri  loro confratelli condannano questa loro manipolazione - è di accreditare presso il popolo semplice e all'estero con l'autorità della Madonna la tesi che essi sono nel vero e nel giusto, mentre il Vescovo e i legittimi Superiori della Provincia e dell'Ordine sono nell'errore a proposito della famosa questione circa la divisione delle parrocchie. Il triste caso dei due ex-cappellani frati di Mostar, espulsi dall'Ordine per la loro contumacia, e poi presi in difesa dalla "Madonna di Medjugorje" in opposizione ai Decreti della Santa Sede e dell'Ordine francescano, è una palese prova di tale manipolazione.

c)   Cosi si spiega che i "messaggi" della Madonna contengono attacchi e condanne contro il Vescovo e contro la direzione della Provincia OFM e anche contro lo stesso Santo Padre. I presunti veggenti sono inconsapevoli strumenti di un gioco molto più grande di loro e si muovono ormai come dei “robot” addomesticati.

d)    In tale situazione viene a collocarsi, con effetti deleteri per la verità e la serietà dei fatti soprannaturali e per la credibilità stessa della Chiesa, l'incredibile campagna propagandistica orchestrata su molti giornali e riviste cattolici all'estero, specialmente in Italia.  Basti seguire quanto viene pubblicato su "Sabato", "Avvenire", "Jesus", "Madre di Dio", "Domenica del Corriere", ecc.

e)    Particolarmente grave è l'episodio del Rev.do Renè Laurentin.  Egli, abusando della sua autorità nel campo delle apparizioni, e per motivi di facile ed immediato lucro, ha scavalcato la legittima autorità della Chiesa e difende pubblicamente con libri, articoli, cassette e conferenze l'autenticità delle "apparizioni" di Medjugorje. Dove è l'etica professionale di questo sacerdote e giornalista?!

f)     Ma il pericolo più grave risiede nel fatto che tutta questa eccitazione emotiva circa Medjugorje è destinata, prima o poi, a sgonfiarsi come un pallone o una bolla di sapone, a cui seguirà una forte delusione e un discredito per l'autorità della Chiesa, che con una parte dei suoi uomini responsabili ha favorito le speranze e ha accreditato la tesi dell'autenticità delle apparizioni senza attendere la sentenza ufficiale. Per ovviare a tali conseguenze deleterie pubblichiamo questa nostra presa di posizione attuale nei confronti di Medjugorje.

 

Mostar, 30 ottobre 1984

Mons.  Pavao Žanić, il Vescovo

 

 

 Questo scritto, fatto pubblicare dal vescovo, ebbe un' eco profonda nella stampa sia nazionale che internazionale.  Infatti molti giornali titolarono:

 

 

“I Vescovi iugoslavi hanno proibito i pellegrinaggi alla Madonna dei segreti”

       (Il Corriere della Sera, 11 Novembre 1984)

 

“Medjugorje, questa Madonna non è ufficiale. Il Vaticano  ha vietato ai fedeli di andarci in pellegrinaggio”.

(Il Giorno, 14 Novembre 1984)

 

“Medjugorje, allucinazioni collettive, conclude il vescovo di Mostar”

                        (Courrier de l’Escaut, novembre 1984)

 

“Le apparizioni sono soltanto una allucinazione?”

       (Il Tempo, 8 Dicembre 1984)

 

“La Vergine di Medjugorje: una allucinazione collettiva”

     (Alsace, 9 Dicembre 1984)

 

 

Mons. Franič,  arcivescovo di Spalato e Presidente della Commissione teologica dell’episcopato iugoslavo,  si era già recato a Medjugorje in incognito il 19 Dicembre 1981 rimanendo favorevolmente colpito dalla preghiera e dalle celebrazioni che avvenivano nella parrocchia. Egli, in risposta allo scritto del vescovo Žanić, diffuse il 12 Novembre 1984 un comunicato con la sua firma e il sigillo dell’arcivescovado di Spalato:

 

 

“Si intendono pellegrinaggi ufficiali quelli organizzati dalle diocesi e guidati ufficialmente da vescovi o da cardinali. Tali pellegrinaggi implicherebbero una professione ufficiale di fede che sarebbe prematura. Restano (autorizzati) i pellegrinaggi di devozione animati dall’esperienza di fede e di preghiera dei pellegrini e accompagnati da preti, essi stessi pellegrini, con funzioni di guide spirituali”

 

 

Il vescovo Žanić continuò  il suo attacco a Medjugorje rilasciando un' intervista al Gazzettino di Venezia il 10 Dicembre 1984:

 

 

“La Commissione di inchiesta da me nominata si è impegnata a concludere i suoi lavori nel prossimo marzo 1985. Lo scorso ottobre io non avrei voluto che la Commissione decidesse di rinviare le sue conclusioni all’anno seguente. Non ero presente alla riunione, ma sono in disaccordo con questa scelta, e poiché ritengo necessario mettere fine alla propaganda immorale che continua a svilupparsi su una infinità di giornali, anche cattolici, ho preso la decisione di divulgare il mio rapporto.”

 

 

Ma nello stesso  mese di Dicembre,in opposizione al vescovo,furono pubblicate le seguenti dichiarazioni:

 

 

“La vera allucinazione (da non confondere con le illusioni ottiche o l’isterismo di massa) è sempre un fatto individuale. E’ inammissibile che più persone abbiano ripetutamente, e senza mai disdirsi, identiche esperienze allucinatorie senza presentare qualche tratto di anomalia psichica. Non si può fare a meno di stupirsi che un vescovo pronunci una diagnosi di tipo psichiatrico, secondo criteri psichiatricamente inesatti.”

(Dichiarazione del prof. Emilio Servadio - Il Tempo, 12 Dicembre 1984, pag. 19)

 

“E’ assurdo mettere fine a questi pellegrinaggi fintanto che la Commissione episcopale non abbia deciso se ciò viene da Dio o dal Maligno. Se essa… soffocasse questi pellegrinaggi, se tutto ciò cessasse, non ci sarebbe più modo di sapere se viene da Dio, poiché non ci sarebbe più niente. Ci si potrebbe soltanto domandare se tutto ciò si è spento naturalmente o è stato soffocato da una forza illegittima.”

                                               (Dichiarazione di Mons. Franič, Arcivescovo di Spalato - Glas Concila, 16 Dicembre 1984, pag.7)

 

“Ogni giudice che si pronunci prima della sentenza va immediatamente sostituito. Questo comunicato è una autosqualifica. L’ulteriore lavoro della commissione e il giudizio ufficiale ulteriore perdono il loro valore, dal momento che il parere del vescovo è stato formulato e pubblicato in precedenza.”

                                             (Dichiarazione di un esperto di diritto canonico - Dicembre 1984 )

 

 

Il giorno 1 Aprile 1985, la Santa Sede intervenne richiamando ufficialmente il vescovo; con la lettera della Segreteria di Stato Vaticano n. 150.458, il cardinal Casaroli chiese al cardinale croato Franjo Kuharić (presidente della Conferenza episcopale iugoslava) di invitare il  vescovo Žanić ad evitare qualsiasi dichiarazione personale fino a quando non fossero stati raccolti gli elementi necessari per fare chiarezza sugli avvenimenti ed emettere un giudizio definitivo.

                          

La commissione diocesana allargata a 14 membri tenne il 29/30 Novembre 1985 la settima sessione e fissò l’ottava sessione nel Maggio 1986; durante la settima sessione il vescovo annunciò che avrebbe formulato un giudizio negativo.

 

Ma prima che i risultati della commissione diocesana fossero consegnati, nel mese di Aprile 1986, a Roma, presso la Congregazione per la dottrina della fede,  il cardinale Ratzinger, presente il vescovo,  disapprovò i suoi metodi e i suoi interventi pubblici,  gli chiese di interrompere l’inchiesta e di sciogliere la sua commissione diocesana; infatti avrebbe trasferito la competenza del giudizio sulle apparizioni di Medjugorje alla Conferenza episcopale iugoslava, presieduta dal cardinale Kuharić, arcivescovo di Zagabria, il quale, nel 1983,  aveva assistito nel suo salone a Zagabria ad una apparizione della Madonna a Vicka. (vedi video nella pagina "FilmatiMedjugorje")

Da questo momento il vescovo Žanić non ebbe più la competenza per giudicare le apparizioni di Medjugorje.

 

 

 

 IV

 

LA SECONDA COMMISSIONE NAZIONALE

 

 

Nel Gennaio 1987 la Conferenza episcopale iugoslava formò una nuova commissione di dodici membri. Nessuno dei membri della commissione precedente venne riconfermato nella seconda, le nomine rimasero segrete e l’inizio dei lavori non fu oggetto di alcun comunicato. Ma il vescovo continuò ad affermare pubblicamente che le apparizioni a Medjugorje erano false e che i pellegrinaggi erano vietati. Allora il 13 Febbraio 1987, contro le false notizie della proibizione dei pellegrinaggi,  mons. Franič, arcivescovo di Spalato,  dichiarò:

 

 

I vescovi iugoslavi non hanno voluto proibire tutti i pellegrinaggi ….. Sono disapprovati solo i pellegrinaggi condotti da pastori o da fedeli che vorrebbero usurpare i compiti dell’autorità competente e/o anticiparne il giudizio categorico e giuridico. I pellegrini che si recano a Medjugorje per pregare, confessarsi, digiunare e lo fanno in spirito di sottomissione al giudizio definitivo dell’autorità ecclesiastica competente, possono farlo in tutta tranquillità di coscienza, secondo le norme di Urbano VIII, confermate da Paolo VI e dal nuovo Codice di Diritto Canonico.

 

 

Il 25 Luglio 1987,  il vescovo Žanić andò nella parrocchia di  Medjugorje per amministrare il sacramento della cresima.  Durante la sua omelia, che riportiamo integralmente,  tornò ad attaccare Medjugorje:

 

  

"Fratelli e sorelle, oggi nella giornata delle cresime a Medjugorje forse vi aspettate che io dica qualcosa a proposito degli avvenimenti di cui tutto il mondo parla.  La Chiesa ne terrà conto e quello che interessa alla Chiesa, essa lo sottopone a persone speciali, a commissioni, che dovranno esaminare e giudicare.  Sapete anche che al momento se ne occupa la commissione istituita dalla Conferenza Episcopale Jugoslava, perché la Chiesa non può facilmente esporre la propria credibilità dinanzi al mondo del ventesimo secolo.

Posso dire che per sei anni ho pregato, studiato e taciuto.  Hanno pregato molto anche gli altri e di questo li ringrazio. In tutte le Sante Messe l'intenzione per Medjugorje è sempre stata presente, in tutti i Rosari ho chiesto alla Madonna, tutti i giorni, che Dio mi illuminasse, come pure lo Spirito Santo.  Ciò mi ha aiutato a raggiungere una forte e sicura convinzione su tutto quello che sentivo, leggevo e vivevo.

Qui si prega e si digiuna molto, ma sempre nella convinzione che gli avvenimenti siano davvero soprannaturali e dire al popolo che crede falsità su Dio, Gesù e la Madonna merita davvero l'inferno.  In tutto il mio lavoro, preghiera e studio ho sempre avuto un unico obiettivo: arrivare alla verità.  A tal fine nel 1982 ho costituito una commissione composta da quattro membri e successivamente con l'aiuto di alcuni vescovi e del padre provinciale, questa si è allargata a quindici membri, con nove facoltà di teologia e quattro province e due noti psichiatri, che hanno avuto anche la possibilità di consultare i loro colleghi.  Hanno lavorato tre anni.  Anche la Santa Sede è stata messa al corrente del lavoro e degli avvenimenti.  Del problema attualmente si occupa la suddetta commissione, istituita dalla conferenza episcopale jugoslava.

Chi si è affrettato è andato avanti, dinanzi al giudizio della Chiesa, sono stati annunciati miracoli ed eventi soprannaturali e dall'altare sono state annunciate rivelazioni private, cosa che non è consentita, almeno fino a quando la Chiesa non li riconosce come veri.  Ecco perché in varie sedi si è detto di non organizzare pellegrinaggi, di attendere il giudizio della Chiesa.  La Commissione per Medjugorje lo ha fatto già il 24 marzo 1984, purtroppo senza alcun effetto.  Poi la Conferenza Episcopale Jugoslava, nel mese di ottobre di quello stesso anno, ha dichiarato che non si possono organizzare pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje e per ufficiale si intende chiunque si raduni e venga insieme.  Ma neanche questo è servito.  Poi la congregazione per la dottrina della fede a Roma il 23 maggio 1985 si è rivolta alla Conferenza Episcopale Italiana, affinché i vescovi cercassero di ridurre i pellegrinaggi organizzati ed ogni forma di propaganda.  Anche questa iniziativa non ha portato frutto.  Infine, quando si è arrivati alla formazione della seconda commissione, ad ammonire il cardinale Franjo Kuharić ed il vescovo di Mostar, a nome della Conferenza Episcopale Jugoslava, il 9 gennaio di quest'anno, nella dichiarazione pubblica hanno detto: "Perciò non è consentito organizzare pellegrinaggi o altre manifestazioni motivate dal carattere soprannaturale degli avvenimenti di Medjugorje".  Ciò è stato detto dai luoghi più alti della Chiesa e non ci si può passare sopra come se nulla fosse.

Dalle prime notizie che annunciarono gli eventi eccezionali in questa parrocchia, l'ufficio del vescovo ha seguito con attenzione le notizie scegliendo tutto quello che avrebbe potuto essere utile nella ricerca della verità.  Il vescovo ha concesso ai veggenti ed alle persone del pastorale la piena libertà e le ha anche difese dinanzi agli attacchi della stampa e della politica.  Abbiamo registrato tutte le conversazioni su cassetta, abbiamo raccolto cronache e quotidiani, scritti, documenti e tutto quello che in questi tre anni è stato studiato dalla commissione formata dai nostri professori di teologia e medici.  Il lavoro triennale della commissione ha dato dei risultati: due membri della commissione hanno dichiarato che le apparizioni sono soprannaturali, vere.  Un membro si è astenuto dal voto, uno ha detto che qualcosa c'è stato all'inizio ed undici hanno detto "non constat de supernaturalitate", cioè che non vi sono state apparizioni.

Sono profondamente convinto che tutti i membri della commissione abbiano lavorato in modo coscienzioso ed abbiano analizzato tutto quello che poteva servire alla ricerca della verità.  La Chiesa non può mettere a rischio la propria credibilità e spesso in casi simili ha effettuato accurate ricerche sugli avvenimenti ed ha respinto le folle che si radunavano nei luoghi dove era stato accertato che gli eventi non fossero soprannaturali.  Basti ricordare Garabandal in Spagna e San Damiano in Italia ed altre decine di luoghi simili negli ultimi anni.  A Garabandal i veggenti hanno detto che la Madonna aveva promesso un grande segno per tutto il mondo.  Da allora sono trascorsi venticinque anni ma questo segno non c'è stato. Se la Vergine avesse lasciato un segno, sarebbe stato chiaro a tutti di cosa si trattava. Dicono che la Vergine abbia iniziato ad apparire sul monte Crnica a Podbrdo ma quando la polizia ha impedito alla gente di recarsi lì, è andata nelle case, nei recinti, nei campi, nelle vigne, nei campi di tabacco, è apparsa in chiesa, sull'altare, in sacrestia, nel coro, sulle campane, lungo le vie, sulla via che porta a Cerno, in macchina, in autobus, a scuola, a Mostar in vari posti, a Sarajevo in svariati luoghi, a Zagabria nei conventi, a Varazdin, in Svizzera, in Italia, di nuovo a Podbrdo, sul Krićevac, in parrocchia, nella chiesa parrocchiale, ecc.  Sicuramente non ho elencato neppure metà dei luoghi delle presunte apparizioni ma una persona degna che onora la Vergine si chiede: Madonna mia, cosa ne fanno di te? lo sono il pastore di questa diocesi per volere di Dio, un maestro di fede ed un giudice nelle questioni connesse alla fede.  Poiché gli avvenimenti di Medjugorje hanno provocato tensione e divisione nella Chiesa, alcuni credono ed altri non credono, e sono sfuggiti al controllo della Chiesa e poiché le raccomandazioni e le decisioni precedentemente citate della commissione, della congregazione e della conferenza episcopale non hanno avuto alcun effetto, io il vescovo di Mostar, responsabile dinanzi a Dio della disciplina nella diocesi, ripeto e confermo le precedenti decisioni delle sedi ecclesiastiche e vieto ai sacerdoti che organizzano pellegrinaggi e vengono in questo luogo attribuendo a tali eventi un carattere soprannaturale, fino a quando non sarà stato completato il lavoro della commissione della conferenza episcopale jugoslava, di celebrare Messa nella mia diocesi.

Mi rivolgo a Te, Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, Madre di questo popolo che ti cerca, ti prega e ti ama.  Mi rivolgo a te, io il tuo servo, il vescovo di Mostar e dinanzi a tutto il mondo esprimo la mia fede profonda e salda in tutti i privilegi che Dio ti ha donato e per le quali sei la prima e la più bella delle creature.  Esprimo la mia fede profonda e salda nella tua intercessione per mezzo della quale dinanzi a Dio Onnipotente puoi mediare per tutte le necessità dei tuoi figli in questa valle di lacrime.  Esprimo la mia fede salda e profonda nel tuo amore verso di noi peccatori ed hai dato testimonianza del tuo amore anche con le tue apparizioni ed il tuo aiuto. Io stesso ho guidato pellegrinaggi a Lourdes. Proprio per la forza di questa fede io, il tuo servo, il vescovo di Mostar, dinanzi alle moltitudini che ti invocano, scopro ed accetto il tuo grande segno, certo e chiaro dopo questi sei anni.  Il tuo segno è che in questi sei anni hai fermamente taciuto dinanzi a tutti gli annunci sul segno: sarà evidente e duraturo sulla collina delle apparizioni, sarà veloce, sarà breve, piccolo, abbiate un po' di pazienza, dicevano nel 1981 ... Ed ancora sarà per l'Immacolata Concezione, per Natale, per il nuovo anno, ecc.  Io non ho bisogno di un segno speciale, ma il segno era necessario per chi credeva alla menzogna.

Grazie o Vergine che con il tuo silenzio in questi sei anni hai dimostrato di aver parlato, di essere apparsa, di aver condiviso misteri e messaggi e di aver promesso un segno speciale.  Santissima Vergine, Madre del Cristo e Madre nostra, intercedi per la pace in questa zona inquieta nella Chiesa, nella diocesi di Mostar, intercedi per questo luogo, per questa parrocchia, dove innumerevoli volte è stato utilizzato il tuo santo nome per discorsi che non erano i tuoi.  Fa' che cessino di inventare i tuoi messaggi.

Accogli, santissima Vergine, e soddisfa le preghiere sincere delle anime pie che sono lontane dal fanatismo e dalla disobbedienza alla Chiesa.  Concedi a tutti noi di poter arrivare alla verità.  Vergine cara, umile ed obbediente serva del Signore, fa' che Medjugorje si muova con passi fermi verso il pastore della Chiesa locale affinché possiamo tutti insieme onorarti e renderti grazie nella verità e nell'amore.  Amen!"

 

                        Mons.  Pavao Žanić

                                                   Crkva na kamenu, VII, 819,1987, pag. 2

 

 

Il 2 Settembre 1987 Famiglia Cristiana pubblicò integralmente la requisitoria di mons. Žanić  contro Medjugorje. La notizia venne ripresa dalla rivista Jesus, e da tutta la stampa italiana e riferì che “Il vescovo responsabile di Medjugorje ha condannato le apparizioni e proibito i pellegrinaggi”.

Ma l'anomalia dell’intervento del vescovo preoccupò la Conferenza episcopale, alla quale Roma aveva  trasferito la competenza su questa faccenda ormai nazionale e addirittura internazionale; così il cardinal Kuharić, presidente di detta Conferenza, convocò il 16 Settembre 1987, in riunione straordinaria, i vescovi croati a Zagabria al fine di dissipare la confusione provocata da quel sorprendente intervento. I paradossi o problemi principali sollevati erano i seguenti:

  1.  Il vescovo, pur privato della competenza in materia, emetteva un giudizio pubblico che diffondeva a livello mondiale.

  2.  Si basava sui lavori (incompleti) della sua commissione, disciolta per ordine di Roma.

  3. Anticipava le conclusioni della commissione competente, nominata dal cardinale e che stava svolgendo i suoi lavori nella massima discrezione.

  4. Infrangeva la consegna del silenzio imposta ai vescovi jugoslavi fino a che i lavori non fossero ultimati.

  5.  Sembrava che proibisse i pellegrinaggi, mentre la Conferenza episcopale aveva sempre sostenuto la legittimità dei pellegrinaggi privati,  secondo il  Diritto canonico e i diritti della libertà cristiana; l'adesione personale a un'apparizione e i pellegrinaggi privati (individuali o collettivi) non possono essere proibiti quando un'apparizione si presenta senza danno per la verità, per la fede e per i costumi.  La Chiesa attribuisce un grande peso al sentire dei fedeli e lo considera un criterio di autenticità.

Inoltre il cardinale Kuharić proibì che il discorso di mons. Žanić, così largamente diffuso dalla stampa mondiale, cominciando da quella italiana, fosse pubblicato dalla stampa croata; Glas Concila, il grande periodico cattolico, che dipendeva dall'autorità del cardinale Kuharić, non fu autorizzato a pubblicare l'omelia del 25 Luglio.

Il 23 Settembre 1987 venne diramata una circolare di mons.  Franič, arcivescovo di Spalato:

                                              

 

 

Il consiglio di lingua croata della Conferenza episcopale iugoslava si è riunito a Zagabria il 16 settembre 1987  per discutere, per oltre tre ore, su Medjugorje.  Dalla discussione è emerso quanto segue:

 

  1.  Per quanto riguarda Medjugorje, bisogna distinguere bene tra:
    - i pellegrinaggi che sono diventati un fenomeno mondiale, perché arrivano pellegrini dai cinque continenti in numero sempre crescente
    - le presunte apparizioni della Madonna e i suoi messaggi.

  2. Non si può inoltre ignorare questi numerosi pellegrinaggi, né abbandonare i fedeli a se stessi, ma è necessario che i preti assistano spiritualmente questi pellegrini e siano a loro disposizione per la confessione, per la predicazione della parola di Dio nella loro lingua e anche per la celebrazione di sante messe nella loro lingua.

  3. Per quanto riguarda le ricerche scientifiche da parte di specialisti del nostro paese e di stranieri e particolarmente ad opera della nuova commissione ufficiale, nominata dalla Conferenza episcopale jugoslava, in obbedienza alle direttive della Santa Sede su questa questione, dobbiamo essere pazienti e lasciare piena libertà a queste ricerche. Fino a quando la nuova commissione, responsabile nei confronti della Conferenza episcopale, non sia arrivata a un parere definitivo sul carattere soprannaturale con la formula: Il soprannaturale è sicuro (constat de supernaturalitate), oppure:  è sicuro che per le dette apparizioni e messaggi non si tratta di un fatto soprannaturale (constat de non supernaturalitate), fino a quel momento, nessun vescovo della Conferenza episcopale jugoslava può pronunciare un suo parere ufficiale su questi avvenimenti, che non avrebbe alcuna validità ufficiale e vincolante. Solo quando la nuova commissione avrà emesso il suo parere e questo sarà stato confermato dalla Conferenza episcopale jugoslava e dalla Santa Sede, solo allora tale parere, sia esso positivo o negativo, avrà valore ufficiale vincolante per la coscienza di ogni cattolico.

  4. Ripeto la mia interpretazione, secondo la quale la Conferenza episcopale jugoslava, a suo tempo, aveva proibito solo i pellegrinaggi ufficiali, ma non quelli privati o organizzati in forma privata.

  5. Ritengo in ogni caso che non si possa affermare che tali avvenimenti siano creduti con un atto di fede, fino a quando la Chiesa non avrà emesso il suo parere definitivo sui fatti di Medjugorje.  Quindi, tutti noi che andiamo a Medjugorje, dobbiamo andarci con il fermo proposito di sottometterci al giudizio definitivo della Chiesa.  Nel frattempo, possiamo avere la nostra opinione personale su tali avvenimenti, ma non la fede sui medesimi. Per questo motivo, non conviene parlare dei messaggi di Medjugorje dall'altare e non è conveniente che tali avvenimenti siano accusati, in nome di Dio e della Chiesa, di essere falsi o diabolici.

  6. Ritengo quindi che i fedeli possano recarsi liberamente in pellegrinaggio a Medjugorje, individualmente o con pellegrinaggi organizzati privatamente, cioè non organizzati dalla Chiesa, come sarebbe, per esempio, un pellegrinaggio organizzato dal parroco, dal vescovo, da un convento, o da altre entità ecclesiali del genere.

  7. I preti possono andare in pellegrinaggio a Medjugorje se vi si recano non come organizzatori di pellegrinaggi, ma allo scopo di assistere spiritualmente i loro fedeli e con il fermo proposito di sottomettersi al giudizio definitivo della Chiesa. Quando qualcuno chiede loro se credono al carattere soprannaturale degli avvenimenti di Medjugorje, possono liberamente rispondere che in tali fatti essi non possono credere finché la Chiesa non si sia ufficialmente pronunciata su di essi.

  8. Non è consentito credere nemmeno nelle verità contenute nella Sacra Scrittura e nella tradizione divina, fino a quando la Chiesa non garantisce che si tratta di verità rivelate da Dio. Questo atteggiamento si applica anche alle rivelazioni private.  La differenza consiste nel fatto che le verità contenute nelle rivelazioni pubbliche obbligano in coscienza ogni cristiano ad accettarle se vuole salvarsi, mentre non esiste alcun obbligo (nemmeno dopo il parere definitivo della Chiesa su di esse) di accettare le rivelazioni private, in quanto non necessarie per la salvezza. Solo la prudenza può consigliarci di accettarle, qualora la Chiesa dichiari che tali apparizioni sono in armonia con la rivelazione pubblica.

    Dispongo che tutto questo valga come norma per i miei fedeli, i miei sacerdoti, religiosi e religiose.

Spalato, 23 settembre 1987

L'arcivescovo Frane Franič

 

 

Sempre  nell'anno 1987,  Mons. Paolo Hnilica, vescovo cecoslovacco, esiliato a Roma e   intimo amico di Giovanni Paolo II, disse:

 

 

“Un centinaio di specialisti hanno esaminato i fenomeni di Medjugorje con la loro lente e i loro test scientifici. Le loro conclusioni sono generalmente positive, come le conclusioni di milioni di pellegrini venuti a Medjugorje. Come spiegarli? Ci sono tre possibilità: Dio, capacità umane o satana….

 

  1. Il maligno è da escludere immediatamente, perché sarebbe davvero sorprendente che invitasse alla conversione, alla riconciliazione, alla preghiera, al digiuno, all’adorazione eucaristica, alla devozione alla Madonna.

  2. Nemmeno le capacità umane potrebbero spiegare tutti i fenomeni. Per esempio, nessuno dei veggenti ha la formazione teologica necessaria per inventare questi messaggi evangelici…

  3. Si vuole verificare se il fenomeno viene da Dio? Gesù stesso ci offre il criterio adatto: “Riconoscerete l’albero dai suoi frutti”. (Mt-7,16). I frutti di Medjugorje, molto positivi, complementari di Lourdes e Fatima…..comprese le frequenti guarigioni interiori e fisiche.

 

                                               (estratto di un articolo pubblicato su Stella Maris, 1987)

 

 

I primi di Marzo 1990 mons. Žanić diffuse ancora una volta presso la stampa e i vescovi di tutto il mondo un memoriale contro le apparizioni intitolato “La verità su Medjugorie”.  Iniziava così:  "La verità su Medjugorje è in esame presso la Conferenza episcopale jugoslava. Ma questi lavori si svolgono troppo lentamente. Con il presente scritto desidero aiutare la Commissione ad arrivare più velocemente a un giudizio finale……… Mi dispiace anche di dover riportare alcune ”cose spiacevoli”, ma se non lo facessi, gli argomenti più importanti rimarrebbero sottintesi…." (Il testo integrale si trova in:  Laurentin,  9° fascicolo integrativo al libro “La Vergine appare a Medjugorje?”  pag 136 e seg.)

Il 18 Marzo 1990 il giornale  Glas Concila  pubblicò un commento sul memoriale del vescovo Žanić:

 

Non intendiamo pronunciare il nostro giudizio sulla autenticità delle apparizioni di cui si parla a Medjugorje.  Sull’argomento si pronuncerà la Commissione competente, e un giorno, probabilmente, anche l'autorità ecclesiastica superiore. Ma anche allora, dopo la decisione di quella autorità ecclesiastica, non c'è obbligo di coscienza di credere o non credere alle apparizioni; ciò obbligherà soltanto i responsabili ufficiali della Chiesa a non consentire o a permettere il culto della Madonna sotto questo titolo.  In altri termini, l'autorità della Chiesa non può obbligare i fedeli a credere ciò che non è contenuto nella Rivelazione, che si è chiusa alla fine dell'era apostolica.  Essa può solamente dichiarare che una nuova rivelazione privata o alcune devozioni legate a quelle rivelazioni non sono in contraddizione con l'insieme della fede cristiana e possono quindi essere accettate.

Quanto alla maggiore o minore santità dei veggenti e dei diversi responsabili della pastorale a Medjugorje, bisogna dire che non costituisce in alcun modo una prova né a favore né contro le apparizioni.  E’ risaputo che diversi miracoli, profezie, visioni e manifestazioni di chiaroveggenza si possono verificare non solamente in persone sante, ma anche in peccatori, come testimoniano diversi luoghi e diversi passi della Bibbia.  Si tratta infatti di doni divini non meritati, che per se stessi non danno la santità né la presuppongono.  Naturalmente una vicinanza così forte alle realtà sacre deve stimolare i veggenti a una santità sempre maggiore e da loro come pure dai preti e da tutti quelli che sono più impegnati nella Chiesa  ci si aspetta che vivano il più possibile in santità.

Quindi, chiunque vada a indagare nella vita privata dei veggenti e degli altri responsabili del santuario, chiunque faccia ricerche e diffonda ai quattro venti le loro debolezze reali o inventate, per provare con ciò la falsità delle apparizioni, non conosce evidentemente il metodo e la prassi della Chiesa e più particolarmente non teme Dio che proibisce non solo la calunnia ma anche la diffamazione.  Divulgare i peccati altrui, reali o semplicemente inventati, è un peccato di diffamazione che può essere molto grave.

 

 

Intervenne anche Padre Amorth riguardo a questo memoriale e disse:

 

 

…Avrebbe fatto meglio a tacere, non doveva dire nulla. Non è suo compito, la sua è stata un’uscita intempestiva. Non ha tenuto conto del fatto che c’è una commissione che sta lavorando, e seriamente. Doveva aspettare, invece ha voluto scavalcarla; perciò tutto quello che afferma non ha alcun valore”.

 

 

Il 21 Ottobre 1990 mons. Komarica, presidente della Commissione  iugoslava che analizzava i fatti di  Medjugorie, celebrò a Medjugorje la messa serale precisando che la celebrava  “a nome della Conferenza episcopale e di tutti i Vescovi, compreso il Vescovo del posto”.

Il 10 Aprile 1991  si conclusero i lavori della commissione e  venne pubblicata la dichiarazione della Conferenza Episcopale Iugoslava su Medjugorie:

 

 

“I Vescovi hanno seguito gli eventi di Medjugorie, fin dall’esordio, attraverso il Vescovo della Diocesi (Mostar), la Commissione nominata dal Vescovo (Mostar) e la Commissione della Conferenza Episcopale Jugoslava su Medjugorie.

Sulla base delle risultanze attuali non è possibile affermare che si tratti di apparizioni e rivelazioni di origine soprannaturale (non constat de supernaturalitate).

Tuttavia, le folle di credenti che giungono a Medjugorie da tutto il mondo, mossi dalla fede e spinti da altre ragioni, hanno un vivo bisogno di attenzioni e cure pastorali da parte del Vescovo diocesano e, con lui, anche degli altri vescovi, affinché tanto a Medjugorie quanto in tutto ciò che a Medjugorie si ispira, possa essere incoraggiata una sana devozione alla Santa Vergine nel rispetto dell’insegnamento della Chiesa.

A tal fine i Vescovi emaneranno opportune direttive di carattere liturgico-pastorale. Di pari passo procederanno, attraverso le apposite commissioni,l’aggiornamento e le indagini sugli eventi di Medjugorie”.

 

I Vescovi Jugoslavi, Zara, 10 Aprile 1991

 

 

Il 17 Giugno 1991 il vescovo di Banja Luka mons. Komarica, l’arcivescovo di Sarajevo mons. Puljic, il vescovo di Hvar mons. Stambuk, accompagnati da quattro sacerdoti (membri della commissione per la  pastorale nella parrocchia di Medjugorje) e il vescovo Žanić, si recarono solennemente a Medjugorje per incontrare i frati della parrocchia e insieme celebrare la Messa serale per i pellegrini.

Il 25 Giugno 1991 la dichiarazione di separazione di Slovenia e Croazia dalla Federazione Iugoslava fece scoppiare la guerra.

 

 

 

V

 

NELLA DIOCESI DI MOSTAR VIENE NOMINATO UN NUOVO VESCOVO

 

Il 20 Maggio 1993  il vescovo Žanić,  per raggiunti limiti  di età, venne sostituito da mons. Ratko Perić, anch’egli contrario alle apparizioni.

 

Il 7 Agosto 1993  Mons. Franič, arcivescovo di Spalato, rilasciò questa intervista:

 

 

Noi, Croati di Croazia e di Bosnia-Erzegovina, non abbiamo accolto sufficientemente l’avvertimento di Nostra Signora di Medjugorje. Abbiamo perfino sentito dire: “Medjugorje è la più grande menzogna della storia della Chiesa”. Il vescovo Žanić di Mostar vi fu oppositore senza tregua. In sostanza i vescovi lo hanno seguito, tollerando Medjugorje come luogo di preghiera. Nell’ultima dichiarazione del 25 Maggio 1991, un mese prima della guerra, essi hanno dichiarato la loro intenzione di aiutare i pellegrini del mondo intero.. E tuttavia hanno ripetuto che, fino a quel momento, essi non avevano trovato nulla di soprannaturale, e che la Commissione doveva continuare le sue ricerche.  Io non so cosa si aspettasse ancora la Commissione, dopo tanti miracoli esaminati da scienziati, e tante conversioni nel mondo intero. Tutto ciò non è stato sufficiente a noi vescovi. Se essi avessero incoraggiato il popolo: “In piedi, andiamo a Medjugorje!”, forse la gente vi sarebbe andata in misura maggiore, essi avrebbero ascoltato le parole della Vergine. Il movimento di conversione si sarebbe amplificato. Ma fino a questo giorno essi non hanno riconosciuto la voce della Madre di Dio che ci propone la pace, e dice che Ella stessa, con le nostre preghiere, combatterà per la pace. Quando il primo accordo fra Musulmani e Croati a Medjugorje fu firmato, io pensai che fosse stato un miracolo della Regina della Pace, ma l’accordo è rimasto senza seguito. Pur tuttavia, Medjugorje non è finito, il messaggio continua. Soltanto noi, Croati, non l’abbiamo sufficientemente seguito; i vescovi ostacolano, e nessuno ha mai detto: “Andiamo, è la voce della Madre di Dio”. E tuttavia il Papa, nel corso di una udienza, ha detto ai vescovi di rivolgersi alla Regina della Pace. Essi hanno annuito, ma si sono indirizzati a un luogo vicino a Zagabria, dedicato alla Regina della Pace. All’appello di Medjugorje essi hanno preferito un altro dei nostri santuari. Gesù non può essere contento quando sua Madre viene tra noi e nessun vescovo la riconosce; mentre per dodici anni si compiono dei miracoli essi dicono: “Non vi è nulla!”…..

(L’intervistatore fa una domanda: “Il vostro paese è distrutto dalla guerra. Ma la sua città arcivescovile di Spalato non ne ha sofferto…”)

L’arcivescovo risponde: “Io mi sento uomo debole e debole testimone. La maggioranza dei preti della mia diocesi non mi ha seguito, è stato solo il popolo (croato, della mia diocesi) che ha largamente accolto Medjugorje.  Se in questa città si è peccato meno che in altre, lo conosceremo in Cielo. Per me è un miracolo che questa città sia stata risparmiata, almeno fino ad ora. Ogni dono viene da Dio, ed anche questo”.

(intervista alla rivista austriaca “Gebetsaktion Marie Reine de la Paix” n.30)

 

(Nota: L’arcivescovo aveva accoratamente chiesto ai suoi fedeli di pregare con più ardore e di offrire con tutto il cuore digiuni e sacrifici, secondo ciò che la Vergine aveva domandato a Medjugorje ed aveva consacrato Spalato al Cuore Immacolato di Maria.  Spalato è stata incredibilmente risparmiata.  Anche durante la seconda guerra mondiale il Portogallo, patria di Lucia di Fatima, è stato risparmiato dalla distruzione poichè tutti i vescovi della nazione avevano consacrato il Portogallo al Cuore Immacolato di Maria. Ciò è affermato da Lucia in persona nella lettera che essa scrisse al papa Pio XII il 2 Dicembre 1940. In essa dice testualmente: “……Santissimo Padre!  Se nell'unione della mia anima con Dio non mi sono ingannata, nostro Signore promette, in riguardo alla consacrazione che gli ecc.mi prelati portoghesi hanno fatto della nazione al Cuore Immacolato di Maria, una protezione speciale alla nostra patria durante questa guerra; e che questa protezione sarà la prova delle grazie che sarebbero state concesse alle altre nazioni, se anch'esse Le fossero state consacrate”………)

 

 

Il 15 agosto 1993,  dalla rivista “Glas Koncila”, il Cardinale Franjo Kuharić, Arcivescovo di Zagabria e presidente della Conferenza Episcopale Jugoslava, fece questa dichiarazione:

 

 

“Noi vescovi accettiamo Medjugorie come luogo di preghiera  e santuario mariano. Ciò significa che non abbiamo nulla in contrario se qualcuno rende onore alla Madre di Dio , nel rispetto dell’insegnamento e della dottrina della Chiesa…Perciò lasciamo tutto aperto ad ulteriori approfondimenti. La Chiesa non deve avere fretta”

 

 

Terminata la guerra, il vescovo Perić riprese ad attaccare Medjugorje. Così la Congregazione per la dottrina della fede, presieduta dal cardinale Ratzinger,  dovette intervenire con una lettera il 23 Marzo 1996:

 

 

CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI

Pr. N. 154/81-01985

 

Città del Vaticano, Palazzo del S.Uffizio

23 marzo 1996

 

A Sua Ecc. Mons. Leon Taverdet

Vescovo  di Langres

 

Eccellenza, con la Sua lettera del 14 febbraio 1996 ci ha chiesto quale fosse l’attuale posizione della Chiesa relativamente alle presunte “apparizioni di Medjugorie” e se fosse consentito ai fedeli cristiani recarsi in pellegrinaggio in quel luogo. Al riguardo mi fa piacere informarla che i vescovi della ex-Jugoslavia, nella propria dichiarazione di Zara del 10/4/91, hanno stabilito quanto segue, relativamente alla veridicità delle apparizioni in oggetto:

“Sulla base delle ricerche finora compiute non si può affermare che si tratti di apparizioni o fenomeni soprannaturali. Tuttavia, i numerosi pellegrini che giungono a Medjugorie provenienti da vari luoghi, spinti dalla fede o da altri motivi, richiedono l’attenzione e la cura pastorale, innanzitutto del vescovo diocesano e, con lui, anche degli altri vescovi, in modo che a Medjugorie e con Medjugorie si promuova una devozione verso la Beata Vergine Maria in armonia con l’insegnamento della Chiesa. A tale scopo i vescovi forniranno anche particolari direttive liturgico-pastorali. Nello stesso tempo, mediante le loro commissioni, continueranno a seguire e a esaminare nel loro insieme tutti gli avvenimenti di Medjugorie”.

Da quanto appena detto ne consegue che i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorie, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati né a livello parrocchiale, né diocesano, poiché questo sarebbe in contraddizione con quanto affermato dai vescovi della ex-Jugoslavia nella suddetta Dichiarazione.

 

Mons. Tarcisio Bertone

Segretario della Congregazione per la dottrina della fede

 

 

Nel Giugno 1996 numerosi mezzi di informazione, tra cui il Corriere della Sera,  considerando le affermazioni di mons. Perić come provenienti dal Vaticano, titolarono i giornali con : “No del Vaticano a Medjugorie”;  il 19 Giugno arrivò subito la smentita della Santa Sede:

 

 

“Per quanto riguarda questo argomento, la posizione non è cambiata. Come è già stato detto precedentemente, in questi casi è necessario rispettare la diretta competenza degli ordinari locali. In rapporto a questo i vescovi dell'ex Jugoslavia hanno dichiarato il 10 aprile 1991: "... Sulla base delle ricerche fino ad ora compiute non è possibile confermare che si tratti di apparizioni e rivelazioni soprannaturali. Tuttavia, il gran numero di pellegrini provenienti da ogni parte che si recano a Medjugorje spinti da motivi religiosi e di altro tipo richiedono l'attenzione e la cura spirituale innanzitutto del vescovo della diocesi e poi anche degli altri vescovi in modo che a Medjugorje e con Medjugorje si promuova una devozione nei confronti della Beata Vergine Maria in armonia con l'insegnamento della Chiesa...". Viene quindi ribadita l'assoluta esigenza di approfondire e riflettere, come pure di pregare, per tutto quello che si riferisce al presunto fenomeno soprannaturale in attesa del verdetto definitivo."

Bollettino della Sala Stampa n. 233 

Dichiarazione del portavoce della Santa Sede dottor Joaquin Navarro-Walls relativamente ai pellegrinaggi a Medjugorie.

 

 

Il 21 Agosto 1996 il portavoce della Santa Sede, dottor Joaquin Navarro-Walls, rilasciò  la seguente intervista:

 

 

“Mentre il Vaticano non ha mai detto ai cattolici che non possono andare a Medjugorje, ai vescovi ha detto invece che le loro parrocchie e vescovadi non possono organizzare i pellegrinaggi ufficiali nel luogo dove la Madonna appare, secondo quanto almeno si asserisce”, ha detto il portavoce del Vaticano. "Non si può dire alla gente di non andare  finché non si prova che le apparizioni sono false. Questo non è stato ancora provato e quindi ognuno può andare  se vuole". Ha aggiunto che, “se il cattolico va in un luogo in buona fede, ha diritto della cura spirituale; la Chiesa dunque non proibisce ai sacerdoti di accompagnare i viaggi a Medjugorje in Bosnia ed Erzegovina, organizzati dai laici, come non proibirebbe loro di accompagnare un gruppo dei cattolici che vanno a visitare la Repubblica Sudafricana”. Navarro-Valls ha insistito che "nulla è cambiato" per quanto riguarda la posizione del Vaticano su Medjugorje. I primi giorni di giugno un giornale francese ha pubblicato gli inserti della lettera sui pellegrinaggi a Medjugorje scritta dal segretario della Congregazione vaticana per la dottrina della fede come risposta alla domanda fattagli da un vescovo francese. “La lettera dell' Arcivescovo Tarcisio Bertone dalla Congregazione per la dottrina della fede riporta inoltre la dichiarazione dei vescovi dell' ex Iugoslavia del 1991 nella quale si dice che loro, fino alle ultime ricerche, "non possono confermare che si tratta di apparizioni o rivelazioni soprannaturali". I vescovi hanno detto e l' Arcivescovo Bertone ha riconfermato - " i numerosi raduni di fedeli a Medjugorje richiedono la cura spirituale della Chiesa per essi". Dopo aver riportato la Dichiarazione del 1991, l' Arcivescovo Bertone ha scritto: "Da quello che è stato detto, segue che i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, inteso come luogo di apparizioni autentiche della Madonna, non possono essere organizzati né a livello parrocchiale, né a livello diocesano, perché questo sarebbe in contrasto con ciò che i vescovi dell' ex Iugoslavia hanno detto nella dichiarazione suddetta". Navarro-Valls ha detto: "Quando qualcuno legge quello che l' Arcivescovo Bertone ha scritto può pensare che d'ora in poi tutto è proibito, che i cattolici non possono andare a Medjugorje." Ma, "nulla è cambiato, nulla di nuovo è stato detto" - ha dichiarato il portavoce alla agenzia informativa cattolica (CNS). "Il problema è che se si organizzano i pellegrinaggi, si organizzano con il vescovo e con la Chiesa, dando così sanzione canonica agli eventi di Medjugorje che la Chiesa esamina ancora". "Questo è diverso da un pellegrinaggio che viene accompagnato dal sacerdote perché lui possa confessare" - ha confermato  il portavoce. Navarro-Valls ha detto che spiega tutto questo perché è "triste che le parole dell' Arcivescovo Bertone possano essere capite in modo limitato. La Chiesa e il Vaticano ha detto forse "no" a Medjugorje? No."

 

intervista rilasciata dal dottor Joaquin Navarro-Walls alla rivista Catholic News Service

 

 

Nella seconda metà del 1997 mons. Perić rilasciò una intervista alla rivista francese "Famille Chrétienne" (l'equivalente della nostra  "Famiglia Cristiana") in cui affermò che la sua posizione, a proposito della dichiarazione di Zara del 1991, non era  "non constat de supernaturalitate" ma  "constat de non supernaturalitate" e cioè che a Medjugorje era tutto falso. Così il vescovo francese Mons. Gilbert Aubry il 1 gennaio 1998 scrisse alla Congregazione per la dottrina della fede chiedendo lumi. Il cardinale Ratzinger, per mano del suo segretario, cardinale Bertone, rispose il 26 Maggio 1998 dichiarando una volta per tutte che il vescovo Perić parlava a titolo personale.

 

 

CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI

Pr. N. 154/81-06419

 

Città del Vaticano, Palazzo del S.Uffizio

26 maggio 1998

 

A Sua Ecc. Mons. Gilbert Aubry,

Vescovo  di Saint-Denis de La Réunion

 

 

Eccellenza,

Con la lettera del 1 gennaio 1998  voi sottoponete a questo Dicastero diverse questioni concernenti la posizione della Santa Sede e del vescovo di Mostar, in riferimento alle cosiddette “apparizioni” di Medjugorie, ai pellegrinaggi privati e alla cura pastorale dei fedeli che si recano in questo luogo.

Al riguardo, considerando impossibile rispondere a ciascuna delle domande fatte da vostra Eccellenza, tengo anzitutto a precisare che non è norma della Santa Sede assumere, in prima istanza, una posizione propria diretta su supposti fenomeni soprannaturali.

Questo dicastero, per ciò che concerne la credibilità delle “apparizioni” in questione, si attiene semplicemente a ciò che è stato stabilito dai vescovi della ex Iugoslavia nella dichiarazione di Zara del 10/4/91:”…..Sulla base delle indagini finora condotte, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali”.

Dopo la divisione della Iugoslavia in diverse nazioni indipendenti, spetterebbe ora ai membri della Conferenza Episcopale della Bosnia-Erzegovina riprendere eventualmente in esame la questione ed emettere, se il caso lo richiede, nuove dichiarazioni.

Quello che S.E. Mons. Perić ha affermato in una lettera al Segretario Generale di “Famille Chrétienne”, cioè che  “ La mia convinzione e posizione non è solo <Non consta della soprannaturalità> ma ugualmente quella di <consta della non soprannaturalità> delle apparizioni o rivelazioni di Medjugorie”, deve essere considerato espressione di una convinzione personale del Vescovo di Mostar, il quale, in quanto ordinario del luogo, ha tutti i diritti di esprimere ciò che è e rimane un suo parere personale.

Infine, per quanto concerne i pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in maniera privata, questa Congregazione ritiene che sono permessi a condizione che non siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa.

Sperando di aver dato una risposta soddisfacente almeno alle principali questioni poste da voi a questo Dicastero, vi prego, Eccellenza, di gradire l’espressione dei miei sentimenti più devoti.

 

Mons. Tarcisio Bertone

Segretario della Congregazione presieduta dal Card. Ratzinger

 

 

Il vescovo Perić continuò ad attaccare  Medjugorje e la sua avversione arrivò al punto che il 10 Giugno 2004,  durante la celebrazione delle cresime nella chiesa parrocchiale di Medjugorje,  urlò ed inveì contro i veggenti, i pellegrini e contro Medjugorje; tutto questo venne riportato dalla stampa locale.  Il 14 Giugno 2004 il giornale locale JUTARNJI LIST pubblicò un’intervista a padre Jozo con il titolo: “ Il vescovo Perić è in difficoltà perché lo disturba l’ambiente di preghiera a Medjugorje”. Riportiamo il testo dell’intervista tradotto dal croato.

 

 

D.        Come commenti l’atteggiamento del vescovo Perić e i suoi giudizi contro Medjugorje, che, come dice lui, non è in accordo con l'insegnamento della Chiesa?

R.        Queste sono parole pesanti, è un cattivo uso del dono di annunciare il Vangelo, perché sono state dette nel giorno della cresima.  Da un pastore, in questo giorno, si attendono parole di conforto, incoraggiamento, e sostegno per la vita.  Ma la reazione del vescovo Perić era malata.  Cosi parla un uomo che si sente in pericolo e non si trova bene in questo ambiente della preghiera.  In questi 23 anni, tutto il mondo qui trova la pace, la luce, e la via di uscita.  Solo il vescovo non si trova bene qui.

 

D.        Perchè, se anche i frati lo obbediscono?

 

R.        Non bisogna collegare Medjugorje con i frati, perché è una opera di Dio.  La responsabilità non si mostra con l’urlare a quelli che qui hanno trovato la grazia e con il  negare la pace che la gente ha trovato qui.  Non si può continuare a convincere la gente che Medjugorje è una falsità se tutti sanno che qui hanno sentito i frutti della fede e amore nei loro cuori.

 

D.        Ma il Vescovo dice che queste sono visioni private che favoriscono il commercio di qualcuno.

 

R.        Non è cosi.  Anche Lourdes e Fatima sono visioni private.  Dopo la morte dell’ ultimo degli apostoli per la Chiesa è finito il tempo dell’annuncio ufficiale, tutto il resto si chiama annuncio personale.  La chiesa aspetta per i loro frutti, e solo cosi si possono giudicare.  Se le visioni non sono in  accordo con l'insegnamento della chiesa, con la moralità, con i dogmi, se queste sono forze negative, è chiaro che sono in disaccordo  con la Chiesa.  Ma qui non c' è niente che ci conduce a queste conclusioni, anzi, in questi 23 anni, Medjugorje testimonia in  positivo e in bene.

 

D.        Come?

 

R.        Da nessuna parte c’ è una vita della chiesa cosi dinamica e forte come qui.  Se guardiamo quante ore all' anno i sacerdoti passano confessando in Medjugorje, vediamo che questo numero è più grande di quello di Lourdes e Fatima messi insieme.

 

D.        Il Cardinale Bozanić, poco tempo fa, ha detto agli studenti della VII scuola media in Zagabria che la chiesa non nega Medjugorje,  il Vescovo Perić non la pensa cosi.

 

R.        Il Cardinale ha detto bene.  Lui ha sottolineato che il vescovo non è la Chiesa, e la chiesa non ha vietato, ma sta esaminando.  Il Cardinale ha detto che quello che annuncia il vescovo di Mostar non è l'atteggiamento della chiesa, proprio come hanno detto anche in Vaticano.  Tutti proteggono Medjugorje davanti al vescovo, ma non c'era nessuno per proteggere i fedeli in quel giorno quando è arrivato lui come un uragano, insultando i pellegrini e i veggenti.  Il vescovo non permette la grazia!  Questo a lui  non piace, e per questo non può essere!

 

D.        L'atteggiamento del cardinale si può paragonare a quello del Vescovo?

 

R.        Il Cardinale ha parlato  saggiamente; la chiesa segue i pellegrini, non ha giudicato, non ha neanche sostenuto, ma li apprezza.  Il vescovo annuncia un giudizio della chiesa che non esiste, e lo ripete da anni.  Dobbiamo dire che la chiesa non ha giudicato Medjugorje.

 

D.        Il Cardinale Bozanić guarda tanto un documento di Zara, che è, per adesso il documento più forte della chiesa?

 

R.        Si. Questo documento è stato fatto con la forza perchè in quel tempo il Vescovo Žanić di Mostar ha forzato altri vescovi a dire che Medjugorje non esiste.  Il Cardinale Ratzinger ha corretto questo documento e lo ha  lasciato completamente aperto!  Questo documento  è andato in Vaticano due o tre volte per la correzione.

 

D.        Il documento di Zara afferma che in Medjugorje dobbiamo fare tutto il possibile per quelli che arrivano?

 

R.        Il compito del vescovo è di organizzare le confessioni, e non di attaccare quelli che sono venuti a confessarsi.  Il suo compito è di insegnare alla gente come si prega, e non di attaccare quelli che sono venuti a pregare.  Lui deve parlare del digiuno, e non insultare quelli che digiunano e fanno i sacrifici.

 

D.        Il vescovo Perić  non è l'unico.  Anche tanti altri in Mediugorje vedono solo il commercio.

 

R.        Posti come questo sempre vanno insieme con il  commercio.  In Medjugorje sono passati 30 milioni di persone, e loro dovevano mangiare, dormire, essere assistiti.  La cosa più facile è dire che tutto questo è solo commercio.  La gente vuole comprare un rosario, e qualcuno deve anche farlo e venderlo.  Anche a me piace portare un rosario da Lourdes e qualcuno direbbe che questo è commercio.  Non ho mai guadagnato soldi parlando con i pellegrini.

 

 

VI

 

VESCOVI E CARDINALI A MEDJUGORJE

 

 

Dicembre 2004

 

 

Medjugorje e Papa Giovanni Paolo II – intervista col Vescovo Hnilica

 

 

 

Questa intervista è stata condotta da Marie Czernin per il Mensile Cattolico Tedesco PUR ed è stata pubblicata nel Dicembre 2004. (PUR – Politik und Religion, Magazin tedesco molto famoso guidato da due giornalisti Bernhard i Martin Muller, fratelli di quasi 43 anni). Il loro mensile è cattolico e viene consegnato a tutti i Vescovi tedeschi. Sono molto devoti a Fatima, dove è nata l’idea di realizzare questo mensile.

“Abbiamo avuto qualche dubbio sul realizzare questa intervista, perché tutta la questione di Medjugorje è un po’ controversa. Ma ci siamo decisi a farla, perché desideriamo che i nostri lettori siano coscienti di tutto ciò che si dice nel mondo e, in questo caso, in Germania. Siamo convinti che le parole del Vescovo Hnilica, riportate totalmente, saranno interessanti per i nostri lettori. Esse parlano da sole. Questo articolo non presenta una “voce a favore di Medjugorje” da parte del nostro giornale. Ma dimostrano la decisione di dare ai nostri lettori informazioni concrete su ciò che gli uomini vicini al Papa dicono, o riportano come detto da altri, sulle apparizioni di Medjugorje e i loro frutti. Questo articolo prosegue due precedenti articoli su Medjugorje pubblicati in Ottobre sul giornale della Conferenza Episcopale Italiana “Avvenire” che si pongono in modo positivo su Medjugorje. Uno di questi due articoli riferisce come le forze italiane dell’Onu, dislocate a Sarajevo, si siano recate in pellegrinaggio a Medjugorje per ringraziare la Regina della Pace per la protezione nel tempo della missione di pace in Bosnia. Il secondo articolo, pubblicato il 15.10 da Alessandro Fo, Professore di Lingua Latina all’Università di Siena, riferisce la sua conversione come frutto di un pellegrinaggio a Medjugorje. “Il fatto che il giornale italiano della Conferenza Episcopale Italiana dia così tanto spazio è molto interessante per noi”.

Per questo abbiamo inviato Marie Czernin a domandare al Vescovo Pavao Hnilica – vecchio amico del Papa, che ha vissuto a Roma dal 1950, quando lasciò la Slovacchia – se il Papa avesse mai fatto qualche commento su Medjugorje e se sì, in che modo” (Editore del PUR-a).

 

Intervista:

Marie Czernin: Vescovo Hnilica, lei ha trascorso abbastanza tempo con il Papa Giovanni Paolo II e ha avuto con lui molti incontri privati, ad esempio, quando è andato a trovarlo al Policlinico Gemelli poco dopo l’attentato del 13.05.1981. Ha parlato col Papa degli avvenimenti di Medjugorje?

Vescovo Pavao Hnilica: Ho visitato il Santo Padre nel 1984. Ci siamo trovati a Castel Gandolfo, sua residenza estiva, è gli ho parlato della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria da me fatta nella Cattedrale dell’Assunta a Mosca il 24.3 di quell’anno come chiese la Madonna a Fatima. Quando dissi questo al Santo Padre, rimase molto colpito e disse: “La Vergine Maria ti ha guidato là sotto la sua protezione”. Io risposi: “No Santo Padre, Lei mi ha portato in braccio”. Poi mi chiese cosa pensassi di Medjugorje e se ci fossi stato. Gli ho risposto che il Vaticano me lo aveva sconsigliato. Il Papa mi guardò e disse: “Vai a Medjugorje in incognito come sei andato a Mosca. Chi te lo può proibire?”. Il Papa non mi ha autorizzato ufficialmente ad andare, ma ha trovato un’altra soluzione. Il Papa mi mostrò un libro su Medjugorje scritto da Rene Laurentin. Cominciò a leggerne alcuni brani e sottolineò che i messaggi di Medjugorje sono in stretto rapporto con quelli di Fatima. “Medjugorje è la continuazione di Fatima. La Madonna appare per la prima volta in terre comuniste a causa dei problemi che vengono dalla Russia”, disse il Papa che aveva già preso questo come missione del suo Pontificato. Per questo ho capito il collegamento riguardo allo stesso tempo.

Dopo il colloquio col Papa ho visitato Medjugorje tre o quattro volte in incognito. Ma il Precedente Vescovo di Mostar mi scrisse una lettera in cui mi chiese di non visitare più Medjugorje; e che se avessi rifiutato lui avrebbe scritto al Papa stesso. Si vede che qualcuno lo aveva informato della mia visita. Invece io non avevo alcuna ragione di aver paura del Santo Padre.

 

Marie Czernin:Ha avuto ancora occasione di parlare col Papa di Medjugorje?

Vescovo Pavao Hnilica: Sì. Abbiamo parlato di Medjugorje il primo agosto 1988. Un gruppo di medici di Milano, che avevano esaminato i ragazzi, vennero in visita al Papa a Castel Gandolfo. Uno dei medici ricordò che il Vescovo di Mostar avesse reso difficile il loro lavoro. Il Papa disse: “Poiché lui è il Vescovo di quella terra, dovete rispettarlo”. Poi continuò con tono accorato: “Ma lui risponderà a Dio se non ha agito correttamente”. Poi il Papa pensò per qualche minuto e poi disse: “Il mondo di oggi ha perso il senso del soprannaturale, ovvero, il senso di Dio. Ma molti lo riscoprono a Medjugorje attraverso la preghiera, il digiuno e i Sacramenti”.

Per me personalmente questa è la più forte e esplicita testimonianza su Medjugorje. Ciò che ha particolarmente e profondamente impressionato è che i dottori presenti avevano dichiarato “Non constat de supernaturalitate”, il Papa, al contrario, aveva riconosciuto molto tempo prima che gli avvenimenti in corso a Medjugorje sono davvero soprannaturali. Attraverso diverse fonti il Papa è arrivato alla convinzione che in quel posto si può sperimentare Dio.

 

Marie Czernin:Non è possibile che molto di quello che si lega a Medjugorje sia inventato?

Vescovo Pavao Hnilica: Qualche anno fa si tenne un incontro giovanile a Marienfrend e fui invitato. Un giornalista, durante l’incontro, mi domandò: “Vescovo, perché lei non crede che tutto quello che si lega a Medjugorje venga da satana?”. Risposi: “Sono un Gesuita. Sant’Ignazio ci ha insegnato come dobbiamo sapere discernere gli spiriti. Ma ci ha anche insegnato che ogni avvenimento può provenire da tre diverse fonti: dall’uomo, da Dio o dal diavolo”. Alla fine ha concordato con me che è impossibile spiegare umanamente ciò che avviene a Medjugorje. Di fatto, ogni anno giovani normali vi si recano attirati in silenzi e dicono come si siano riconciliati con Dio. Medjugorje è chiamato il “Confessionale del mondo” perché né Lourdes né Fatima sono riuscite ad ottenere che una così grande massa di giovani si confessassero. Cosa accade nella Confessione? Il Sacerdote libera il peccatore dal diavolo. Ho risposto al giornalista: “Certo, Satana è capace di molte cose, ma di una certamente no: è possibile che satana spinga la gente a confessarsi, proprio per liberarsi di lui?”. I giornalisti hanno sorriso capendo ciò che volevo dire. Perciò rimane Dio come unica fonte. In seguito ho riferito questo colloqui anche al Santo Padre.

 

Marie Czernin:Come sintetizzereste i messaggi di Medjugorje? Cosa li differenzia da quelli di Lourdes e di Fatima?

Vescovo Pavao Hnilica:In tutti e tre i luoghi la Madonna ci invita alla penitenza, al perdono, alla preghiera. Sotto questo aspetto i messaggi delle tre apparizioni sono simili. La differenza è che a Medjugorje le apparizioni continuano già da 23 anni. L’intensità degli insegnamenti spirituali non è diminuita in tutti questi anni, risulta invece che un numero sempre più grande di intellettuali si converte qui.

 

Marie Czernin:Molti non vedono come possibili i messaggi di Medjugorje, perché la guerra ha toccato queste regioni e perché risulta che i popoli si sono volti gli uni contro gli altri. Non è un posto di pace e non di conflitti?

Vescovo Pavao Hnilica: Nel 1991 (dieci anni dopo il primo messaggio “Pace, Pace, Pace”, quando la guerrà scoppio in Croazia, mi incontrai ancora una volta col Papa e lui mi chiese: “Come si possono spiegare le apparizioni di Medjugorje in mezzo alla guerra in Bosnia?”.  Davvero la guerra fu orribile. Ho risposto: “Si vede che siamo nella stessa situazione di Fatima. Se la Russia si fosse consacrata subito al Cuore Immacolato di Maria, la Seconda Guerra Mondiale e la diffusione del comunismo e dell’ateismo potevano essere evitate. Santo Padre, subito dopo che Lei ha consacrato nel 1984 la Russia al Cuore Immacolato di Maria ci sono stati innumerevoli cambiamenti in Russia ed è iniziata la caduta del Comunismo. La Madonna a Medjugorje aveva ammonito che sarebbe venuta la guerra se non ci fossimo convertiti. Nessuno ha preso questi messaggi seriamente. Forse se i Vescovi jugoslavi avessero accolto seriamente questi messaggi, questo non sarebbe andato così lontano. Ma certo questo non avrebbe garantito il riconoscimento definitivo della chiesa riguardo al fatto che le apparizioni continuano ancora oggi”. Allora il Papa mi disse: “Dunque, Vescovo Hnilica, è vero che il mio atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria è stato valido?”. Risposi: “Certo che è stato valido! L’unica domanda è quanti  Vescovi veramente abbiano fatto quell’atto di consacrazione in unione col Santo Padre”.

 

Marie Czernin:Perché questo è così importante che tutti i vescovi lo hanno dovuto fare in unione spirituale a quello fatto dal Santo Padre?

Vescovo Pavao Hnilica: Questo esprime la collegialità della Chiesa, in altre parole, l’unione dei Vescovi col Papa, che conferisce all’atto un significato più profondo. Quando nel 1978 Karol Wojtyla è stato eletto Papa, gli ho fatto i miei auguri, ma gli ho subito detto che sarebbe mancato qualcosa al suo Pontificato se non avesse consacrato la Russia insieme a tutti i Vescovi. Lui mi disse: “Se riesci a convincere i Vescovi, lo farò già domani”. Per questo dopo la consacrazione del 25.3.1984 mi chiese quanti Vescovi avessero concelebrato con me. Poiché non seppi rispondere alla sua domanda, il Papa disse: “Ogni Vescovo deve preparare la sua Diocesi, ogni Sacerdote la sua comunità, ogni padre la sua famiglia, poiché la Madonna ha detto che anche i laici devono consacrarsi al Suo Cuore”.

Traduzione dal Tedesco di Christine Badde     

 

 

21 Aprile 2005

 

 

Cardinal Puljic: The Pope told me that he desires to come to Bosnia and Herzegovina

 

 

 

Cardinal Vinko Puljic, archbishop of Vrhbosna (Sarajevo) and President of the Bishops Conference of Bosnia and Herzegovina, about the election of the new Pope: “The moment when Cardinal Ratzinger accepted the choice of the Cardinals and took the name of Benedict XVI was very moving. He choose this name for two reasons: because St. Benedict is the patron saint of Europe and because the Pope Benedict XV was a great peacemaker in difficult times. With this name, the new Pope indicates the direction that he is taking in the exercise of his charge.” Cardinal Puljic also said that the new Pope knows and follows the situation in Bosnia and Herzegovina. “When I approached him to express my fidelity and obedience, he told me that he desires to come to our country.”

(Traduzione)

 

Il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Vrhbosna (Sarajevo) e Presidente della Conferenza Episcopale di Bosnia e Erzegovina, in riferimento all’elezione del nuovo Papa, dice: “ Il momento in cui il Cardinale Ratzinger accettò la scelta dei Cardinali e prese il nome di Benedetto XVI è stata  molto toccante. Egli ha scelto questo nome per due ragioni: perché San Benedetto è il santo patrono dell’Europa e perché papa Benedetto XV fu un grande operatore di pace in tempi difficili. Con questo nome, il nuovo Papa indica la direzione da seguire nell’esercizio della sua carica.” Il cardinale Puljic ha detto anche che il nuovo Papa conosce e segue la situazione in Bosnia Erzegovina. “Quando l’ho avvicinato per esprimergli la mia fedeltà ed obbedienza, egli mi ha detto che desidera venire nel  nostro paese”.

 

 

Agosto 2005

 

 

Mons. Domenico Pecile, Vicario della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma

 

 

 

Mons. Domenico Pecile, Vescovo Emerito di Latina, attualmente Vicario della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, è venuto in pellegrinaggio privato a Medjugorje nell’Agosto 2005. E’ stato ordinato Vescovo nel 1984 ed è Emerito dal 1998. Questa è la sua testimonianza:

“Ho sentito parlare di Medjugorje per la prima volta all’inizio delle apparizioni della Madonna. Fin dall’inizio ero interessato positivamente a questi eventi. In generale, riguardo a questo tipo di eventi, la mia attitudine personale è sempre venire e vedere personalmente, osservare l’evento. Così, alcuni anni dopo l’inizio delle apparizioni a Medjugorje, sono venuto qui con altre due persone. Mi sono presentato come Vescovo solo al Parroco di Medjugorje. Ho concelebrato insieme agli altri Sacerdoti, come uno di loro. Questa mia prima visita a Medjugorje è rimasta impressa nel mio cuore. Qualcosa dentro di me mi diceva che era impossibile che questi eventi non fossero autentici. Ho avuto l’opportunità di tornare due anni fa.

Nella storia della Chiesa la Madonna è intervenuta molte volte perché lei ama l’umanità e perché Dio stesso l’ha mandata per ricordarci il Suo Amore. Ho sentito profondamente in me, specialmente durante la mia seconda visita due anni fa, precisamente questo: l’amore di Dio! Gesù Cristo è colui che manda la Madonna. Gesù, che lei chiama suo Figlio. A volte, mi piacerebbe dire al Signore: “Signore, vieni tu stesso a noi!”. Ma lui manda la Madonna. In un certo senso noi siamo più aperti e più pronti ad accogliere lei. Ci sentiamo meno distanti da lei, perché lei non è soltanto nostra Madre, ma anche nostra Sorella. A causa della mia responsabilità come Vescovo della Chiesa Cattolica, sono venuto personalmente per vedere se questo evento è reale, se è accettabile. Dalla prima volta che sono venuto a Medjugorje la mia convinzione è che questi eventi sono autentici.

Medjugorje è una realtà. Io lo vedo come un luogo che ha ricevuto un grande dono. La Madonna viene qui, come è venuta in tanti altri posti e forse in futuro lei andrà in qualche altro posto. Non è né strano né misterioso che la Madonna appaia. Lei appare sempre per aiutarci a tornare a Dio. Questa volta, qui a Medjugorje, la Madonna viene in un modo molto potente, un modo particolare, diverso dalle altre sue venute. E’ impossibile non vedere qui il Signore nostro Dio. Impossibile! Sono venuto qui per pregare la Madonna, per sentire la sua presenza, non solo perché ne sento il bisogno, ma perché questo mi da una consolazione sul cammino, una forza per continuare, per camminare con una ragione in più, con la convinzione che Dio veramente ama tutti noi.

Gradualmente ho conosciuto tutti i veggenti. La mia impressione è che queste persone abbiano ricevuto un grande dono, ma non lo mettono in mostra. Sono semplici, persone normali come chiunque altro. Bisogna parlare con loro per capire che hanno ricevuto una grazia speciale e ciò mi piace molto. Quando sono venuto per la prima volta a Medjugorje ho incontrato Jakov, il più giovane di loro. Ho parlato con lui nel giardino vicino alla sua casa.  Ho visto questo giovane semplice, gli ho fatto alcune domande e lui mi ha risposto. Qualcuno potrebbe forse dire che lui non ha nessuna educazione superiore, ma io ho visto il contrario: è stato molto preciso nelle sue risposte, confessando la sua fede e custodendo nel suo cuore il dono che ha ricevuto, senza metterlo in mostra in nessun modo particolare. Ho avuto la stessa impressione ogni volta che ho incontrato qualcuno di loro. Parlano con grande chiarezza. Hanno grandi doni nei loro cuori. E’ impossibile per noi anche solo immaginare cosa c’è nei loro cuori, nelle loro vite, e tutto è così semplice. Secondo la mia opinione, proprio questa è la cosa più forte. Ho l’impressione che Dio voglia che loro compiano la missione che lui chiede loro, senza metterlo in mostra esteriormente. Loro sono nostri fratelli, persone come ognuno di noi ed essi non mettono in mostra il dono speciale che Dio ha dato solo a loro. Si sentono semplicemente portatori di un messaggio, un messaggio di cui anche loro stessi hanno bisogno. Ecco come li vedo.

Negli altri luoghi di pellegrinaggio dove la Madonna è apparsa sono avvenuti alcuni miracoli e questo è meraviglioso. Ma qui, per un tempo così lungo, la Madonna sta dando messaggi, sta continuando a parlare. Vorrei dire che qui la Madonna continua a parlare all’umanità. Non lo sta facendo dal pulpito ma come una Madre. Coloro che vogliono ascoltare e obbedire ascoltano, coloro che non vogliono non ascoltano. La Madonna sta continuando a parlare qui. Penso che questo sia perché il tempo nel quale viviamo è potente e importante come nessun altro tempo prima. Nel nostro tempo la Madonna sta osservando come Madre, sta guardando la nostra realtà e viene per aiutarci a pensare di nuovo al nostro cammino di vita e al mondo in cui viviamo.

Quando leggiamo i messaggi, possiamo discernere se ci possono aiutare, se sono in armonia con l’insegnamento della Chiesa Cattolica. Ora, questo è perfetto! I messaggi sono semplici, così che tutti possono capirli e sono perfettamente in accordo con la verità del Vangelo e l’insegnamento della Chiesa.

I pellegrini che vengono a Medjugorje non vengono a fare una visita, ma a incontrare la Madonna che parla loro attraverso i suoi messaggi. La Madonna parla ai loro cuori se essi sono aperti ad ascoltare in preghiera. Se preghi qui, se vieni qui in silenzio e tenti di capire la tua vita, se preghi e approfondisci la tua vita Cristiana, accade qualcosa di grande e di buono per l’umanità.

In questi giorni, ero molto gioioso e glorificavo Dio. Ho gioito specialmente ascoltando le Confessioni. A Medjugorje ascoltare le Confessioni è un’esperienza straordinaria. Qui sta accadendo qualcosa di speciale, è differente da qualsiasi altro posto. I penitenti sono coscienti dei loro peccati. Sono coscienti del fatto che il peccato è il vero male del mondo e non è così facile giungere a tale comprensione. Questo è uno dei più bei frutti di Medjugorje.

Nelle Celebrazioni Eucaristiche ho visto qualcosa di straordinario: i pellegrini erano attenti, concentrati, anche se la Santa Messa veniva celebrata nel salone delle conferenze. Niente li poteva distrarre, sperimentavano qualcosa di profondo dentro di loro. La presenza del mistero può quasi essere percepita anche nell’aria qui. Anche negli altri luoghi i fedeli vanno in Chiesa, ma li si vede parlare. Ma non Qui! Qui sono attenti. In tutte le nostre Chiese del mondo, dovrebbe essere come qui a Medjugorje.

Sono anche andato a un’apparizione con Ivan. Come parlare di questo? Non è facile. Non so. Dicevo alla Madonna: “Tu sei qui e questo è sufficiente per me!”.

 

 

19 Settembre 2005

 

 

Un Vescovo Melchita dall’Australia e Nuova Zelanda in pellegrinaggio privato a Medjugorje

 

 

 

Mons. Issam John Darwish, BSO, DD, eparca della Chiesa Cattolica Melchita di Australia e Nuova Zelanda, è stato in pellegrinaggio privato a Medjugorje dal 12 al 19 Settembre 2005. Mons. Darwish è stato ordinato Sacerdote nel 1972 e Vescovo nel 1996. E’ venuto a Medjugorje con un gruppo di pellegrini della sua Diocesi con i quali ha regolarmente celebrato qui la Liturgia secondo il Rito Bizantino. Egli concepisce questo pellegrinaggio come un ritiro mariano. Mons. Darwish ha visitato i luoghi di preghiera e ha incontrato il Parroco e i Francescani di Medjugorje nell’Ufficio Parrocchiale.

Subito prima di venire a Medjugorje  Mons. Darwish ha visitato, a Castelgandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI. Ha detto al Papa che sarebbe venuto in pellegrinaggio a Medjugorje. Benedetto XVI ha risposto: “Molto bene, che Dio la benedica e l’accompagni”.

 

 

24 Settembre 2005

 

 

 Mons. Bruno Tommasi

 

 

 

Mons. Bruno Tommasi, Arcivescovo Emerito dell’Arcidiocesi di Lucca (Italia) è venuto, per la seconda volta in pellegrinaggio privato a Medjugorje nel Settembre 2005, in occasione della Festa della Natività di Maria. Mons. Tommasi è stato ordinato Sacerdote nel 1958 e Vescovo nel 1983. E’ stato responsabile delle Diocesi di Pontremoli, Apuania, Massa Carrara-Pontremoli e Lucca. E’ divenuto emerito nel Gennaio 2005, all’età di 75 anni.

“Molti anni fa ho conosciuto un Sacerdote e alcuni laici che erano stati a Medjugorje e che si erano trasformati interiormente, convertiti. Questo mi ha colpito. Se un luogo è in grado di trasformare, convertire le persone, significa che è un luogo di grazia. L’anno scorso ho avuto la possibilità di venire qui insieme a due Sacerdoti che mi hanno accompagnato anche quest’anno. Allora ho avuto l’occasione di conoscere Marija e quest’anno ho incontrato Vicka.

Anche se per adesso non c’è una posizione ufficiale dell’Autorità sull’autenticità di queste apparizioni, grazie all’incontro con queste persone, sono convinto che non mentono, sono sincere, ed hanno una vera esperienza di grazia.

Le apparizioni durano già da 24 anni. Credo che questo sia un evento eccezionale. Ricordo che una volta è stata posta alla Gospa una domanda riguardo a ciò. Lei ha risposto: “Vi siete già stancati?”. Queste apparizioni sono diverse da quelle di Lourdes, di Fatima o altrove. Vedremo alla fine…

Alle persone che mi pongono domande riguardo a Medjugorje dico che questo è un luogo di preghiera, un luogo in cui le persone si convertono. Per il resto attendiamo che l’Autorità Ecclesiastica responsabile emetta il suo giudizio. Penso che per il momento Medjugorje è diventato Santuario. Quindi non vedo nessun comportamento o riflessione che possa essere in contrasto con la fede. Questa è un percorso di fede, di preghiera, di penitenza. La scelta della Santissima Vergine di apparire qui, nel contesto e nel periodo comunista, è un avvenimento speciale. E’ davvero opportuno che sia apparsa qui e non altrove dove regna la libertà.

Penso che di Medjugorje si possa parlare come di uno stimolo per il rinnovamento della Chiesa. Un rinnovamento che viene dal basso, attraverso il cambiamento delle persone.

Credo che il fatto che tanti qui si confessino sia molto positivo. Nei paesi occidentali molti si comunicano, ma molto pochi si confessano. Si potrebbe dire che si è perso il sentimento del peccato e quindi anche il bisogno di andare a confessarsi.

Dobbiamo accogliere con fede i messaggi della Gospa”.

 

Il 25 Aprile 2006  mons. Franjo Komarica, Vescovo di Banja Luka, aveva dichiarato per il Večernji list :

 

“Prima della guerra sono stato ufficialmente diverse volte a Međugorje.  Međugorje è già da tempo un fenomeno mondiale che è cresciuto al di là dei limiti della diocesi locale. Sul fenomeno di Međugorje deve decidere la Santa Sede, ed il Vescovo locale ha il diritto ed il dovere di prendersi cura della corretta vita liturgica e pastorale anche di questa parrocchia della sua Diocesi”.

(Večernji list, 25.04.2006.)

 

 

 

Il 30 Dicembre 2009 Max Domej della Gebetsaktion Wien ha intervistato  l’Arcivescovo di Vienna Cardinal Christoph Schönborn,  mentre si trovava  a Medjugorje.

 


 

Schönborn:"Riguardo a Lourdes ed a Fatima la Chiesa ha espresso il suo giudizio, il suo giudizio definitivo, solo dopo che gli avvenimenti erano terminati. A ciò si arriverà anche in questo caso prima o poi, ma anche qui lasciamo le mani libere alla Madre di Dio… Penso che Medjugorje possa pacificamente continuare ad andare per la sua strada, con la fiducia che la Chiesa, Madre e Maestra, qui seguirà davvero bene la strada per cui si sta andando. "
Domej:Eminentissimo Signor Cardinale Christoph Schönborn, è un grande onore per noi incontrarLa qui a Medjugorje. Ci può dire cosa l’ha spinta a venire?
Schönborn:"Non potrei descrivere precisamente come si è arrivati a ciò. So di Medjugorje già da molti anni, non personalmente perché non ero ancora mai stato qui, ma nella nostra Diocesi e molto al di là di essa sperimento i frutti di Medjugorje. Ho sempre detto una sola ed identica cosa, ciò che Gesù dice nel Vangelo: l’albero si riconosce dai frutti. Quando da noi vedo i frutti di Medjugorje, posso dire che sicuramente l’albero è buono. Porterò solo due piccoli esempi. All’aeroporto di Vienna, durante il controllo di sicurezza, un custode ha visto sul mio biglietto che stavo volando a Zagabria. Mi ha riconosciuto e mi ha domandato: “Vola a Zagabria?”. “Sì e poi per Spalato e poi a Medjugorje”. Il suo volto brillava e mi ha risposto: “Io sono già stato a Medjugorje!” e ha cominciato a parlarmi di questo con entusiasmo. Uno dei custodi nel controllo di sicurezza racconta come le persone salgono sul Križevac e di quale atmosfera regni là… Secondo esempio: Ero di buon mattino nella stazione ferroviaria della città. Il direttore della stazione mi ha riconosciuto. Abbiamo iniziato a parlare e lui mi ha confidato la sua grande disgrazia: sua moglie era morta di tumore. Ed ha aggiunto subito: “ma degli amici mi hanno portato a Medjugorje”. E questo lo ha rafforzato nella fede. Emanava una tale gioia…
Questi sono solo due piccoli esempi tra le molte, molte esperienze che ho legate a Medjugorje.
Ripeterò ciò che ho detto molti anni fa in una intervista: se Medjugorje non fosse a posto, dovremmo respingere metà dei nostri seminaristi, poiché così tante nostre vocazioni sacerdotali sono legate direttamente o indirettamente a Medjugorje.
Come si è arrivati a questo, come mi sono deciso a venire a Medjugorje? Ho sempre indugiato, poiché, in qualità di Cardinale, sono una persona molto esposta nella Chiesa, poiché esistono molte controversie e io non desidero dare occasione a discussioni, ma si sa ciò che penso su Medjugorje. Tuttavia, quest’estate sono stato a Saluzzo presso la Comunità Cenacolo. Conosco Suor Elvira già da alcuni anni, le voglio bene e la stimo come una straordinaria testimone del Signore Risorto e so quanto profondamente il Cenacolo sia legato a Medjugorje. A Saluzzo ho sperimentato una sicurezza interiore molto forte: è venuto il momento che io vada a Medjugorje. Direi che è stata una spinta interiore. Ho espresso il desiderio che la mia visita restasse riservata, volevo semplicemente trascorrere del tempo in silenzio ed in preghiera. Non volevo nascondere la mia venuta, ma volevo che non se ne parlasse molto. Volevo semplicemente venire nel luogo in cui la Madonna dà così tante grazie.
Oltre a questo, l’anno scorso Ivan Dragićević è stato a Vienna, ho parlato con lui, e quest’anno anche Marija Pavlović-Lunetti, entrambi nella Cattedrale di Santo Stefano, cosa per la quale ho anche dato il mio permesso. Entrambi gli incontri mi hanno profondamente impressionato per la modestia, la chiarezza, la cordialità e la semplicità di questi due veggenti. Ciò mi ha rafforzato nella decisione di venire qui in modo del tutto semplice e silenzioso. "
Domej:Lei è un Domenicano ed i Domenicani sono famosi nella storia della diffusione del Rosario. Qui viene la Madre di Dio e ci chiede di pregare il Rosario. Lei come guarda al Rosario?
Schönborn:"Come Domenicano veramente dovrei ogni giorno pregare il Rosario, ed è un po’ spiacevole per me il fatto che devo riconoscere che in questo senso non sono un buon Domenicano, perché non riesco a pregare il Rosario ogni giorno. Ma posso dire una cosa: per me il Rosario è sempre stato la preghiera dei poveri per quel che riguarda me personalmente, ci sono sempre periodi di più grandi ansie o di difficoltà temporanee, allora il Rosario salva come una fune. Come sulle montagne abbiamo bisogno della fune, così abbiamo bisogno anche del Rosario. Il sacerdote attraverso cui ho conosciuto i Domenicani era un grande insegnante della Scolastica, un vero tomista di antico conio, un neoscolastico che mi ha affascinato come intellettuale, come teologo, ma nello stesso tempo anche come ardente devoto e promotore del Rosario. Questo mi ha attirato verso i Domenicani. Ciò mi toccò quando ero ancora un ragazzino di quattordici anni. Da una parte l’intelligenza dell’intellettuale che si interessa di filosofia e teologia, e dall’altra questa semplice devozione. Per me questa è la principale caratteristica dei Domenicani, di San Domenico: San Tommaso, la sua Summa e il Rosario. "
Domej:Nell’Ufficio Parrocchiale, dove i frati ieri l’hanno accolta in modo veramente cordiale e gioioso, ha detto di voler conoscere questa pastorale della Madre di Dio. Ci può spiegare questo brevemente?
Schönborn:"Mi ha sempre affascinato che la Madre di Dio ha un metodo pastorale del tutto singolare, che in qualche modo non bada ai manuali o alle conferenze teologico-pastorali. Fin dalla giovinezza ho amato Lourdes e la amo ancora. Ecco come io immagino gli avvenimenti: il Vescovo della città di Tarbes sicuramente aveva i suoi piani pastorali e le sue riflessioni, e viene la Madre di Dio non chiedendo né al Vescovo, né al parroco del luogo, appare in un luogo completamente impossibile, in una cavità di una pietra presso un fiume al quale le persone in genere non si recavano e ad una ragazzina che era analfabeta, che non poteva spiegare cosa fosse la Santissima Trinità perché non era riuscita a studiarlo al catechismo. Solo appare a lei, solo così… E ancora dà indicazioni estremamente precise su ciò che bisogna fare, ciò che bisogna dire ai sacerdoti: che bisogna venire in processione, che bisogna costruire una cappella. E poi le ordina di scavare la terra - e sgorga l’acqua… Il piano pastorale della Madre di Dio era molto preciso. Lei sapeva perfettamente. Ciò non era previsto nel piano pastorale della Chiesa, ma ha determinato la pastorale di tutta la Francia e del mondo. Anche in Vaticano c’è la grotta di Lourdes davanti alla quale prega il Papa. In tutto il mondo esistono grotte di Lourdes e da tutto il mondo le persone vengono e fanno ciò che la Madre di Dio ha loro proposto là. E tutto questo attraverso una ragazzina, Bernadette veggente, e la Chiesa lo ha riconosciuto.
Ho pensato: Desidero davvero vedere come ciò assomigli a Medjugorje oggi, come Maria ci guidi passo passo, come le persone qui hanno vissuto questo, quegli inizi nel 1981. Che cosa la Madre di Dio ha in mente per apparire su questa collina veramente impossibile a un gruppo di bambini non colti e per cominciare a dare loro direttive pratiche di vita, e questo per così tanti anni? Ciò mi sembra davvero fantastico. Bisogna riflettere anche sulla pastorale, perché posso molto semplicemente affermare che in tutto il mondo la Madre di Dio è evidentemente la migliore teologa pastorale. In America Latina ha organizzato una intera missione attraverso Guadalupe, dove è apparsa ad un Indios e gli ha detto cosa dire al Vescovo. Non lo ha detto al Vescovo, ma a quell’Indios. In ogni terra esistono esperienze del genere e su questo i teologi dovrebbero riflettere molto seriamente.
Molti fedeli sono scoraggiati a causa dell'atteggiamento di rifiuto del Vescovo locale ed usano ciò come giustificazione, così sono tagliati fuori da questa pastorale. Come tutto il Sud America è contrassegnato dalle apparizioni di Guadalupe, credo che questo luogo emani la stessa forza. In qualche modo fedeli devoti devono essere protetti da qualsiasi tipo di presa in giro ...
Credo che non dovremmo preoccuparci in questo senso. La Madre di Dio è la miglior diplomatica anche qui. Già a Cana di Galilea, aveva organizzato tutto nel modo migliore, sa come affrontare le difficoltà, e lo fa bellissimo già da secoli. Lei ci dice: "Fate quello che vi dirà!" E' ovvio che ci consigli di ascoltare la Chiesa. L’istanza suprema nella Chiesa è la Santa Sede, il Santo Padre e la sua Congregazione per la Dottrina della Fede, che è davvero l’istanza più alta in tutte le questioni di fede e di morale. La Suprema Autorità della Chiesa ci ha dato direttive chiare, non da parte del Papa stesso, ma da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede che ha chiaramente confermato ciò che a suo tempo hanno detto i Vescovi della Jugoslavia e che indubbiamente vale come norma per Medjugorje. Ho sempre ripetuto questo, questi testi sono conosciuti, esistono tre elementi che valgono anche oggi e vedo anche la mia visita a Medjugorje nel contesto di tali direttive. In questo senso, la mia visita non è qualcosa di insolito. La Santa Sede, in accordo con la dichiarazione dei Vescovi Iugoslavi del 1991, dice:
Primo: Non constat de supernaturalitate. Questa è una espressione che si utilizza raramente e significa che la soprannaturalità degli eventi non è accertata, ma questa è una formulazione classica della Dottrina Ecclesiastica. Non si dice che la soprannaturalità è esclusa, ma non è, o non è ancora, definitivamente confermata e ciò per una ragione molto semplice che io sostengo completamente. Io sono membro della Congregazione per la Dottrina della Fede ed è comprensibile che io sostenga questo, se dovessimo discutere di questo, cioè: finché i fenomeni continuano, sicuramente non si arriverà ad un giudizio definitivo della Chiesa, perché qualcosa del genere non è ancora stato mai fatto. A Lourdes e a Fatima gli avvenimenti erano terminati, e solo allora la Chiesa ha dato il suo giudizio. Il giudizio definitivo. Anche in questo caso si arriverà a questo prima o poi, ma anche qui lasciamo le mani libere alla Madre di Dio.
Secondo: Non si possono organizzare pellegrinaggi ufficiali, dunque io non posso organizzare un pellegrinaggio episcopale a Medjugorje. Ciò è in logica connessione con quello che è stato detto nel primo punto. Dunque, non c’è ancora un riconoscimento ufficiale, ma con quella formulazione è detto molto chiaramente che la soprannaturalità non è esclusa. La Chiesa ha detto chiaramente: non è escluso. Non è accertato, ma non è neppure escluso.
La terza cosa che la dottrina della Chiesa dice chiaramente, allo stesso modo in accordo con i Vescovi Iugoslavi, è che qui bisogna accompagnare spiritualmente i pellegrini. Ciò significa che davvero deve esistere una pastorale dei pellegrini e molti si adoperano per questo, tra gli altri anche la “Gebetsaktion Wien” che si prende cura dei pellegrini, che li accompagna, che li segue anche dopo il pellegrinaggio ecc. Penso che in questo modo Medjugorje può continuare bene ad andare per la sua strada, con la fiducia che la Chiesa, Madre e Maestra, qui seguirà davvero bene la strada per la quale si va. Consiglierei la pazienza. La Madre di Dio con noi ha così tanta pazienza che già da quasi 29 anni qui in un modo molto diretto mostra la sua vicinanza e cura per la parrocchia di Medjugorje e per così tanti pellegrini. Tranquillamente possiamo avere pazienza! 29 anni sono un periodo lungo, ma davanti a Dio non è poi così lungo!”.
È davvero incredibile che i veggenti continueranno ad avere un'apparizione all'anno per tutta la vita.
Credo che Nostra Signora – non per niente la chiamiamo Regina - sia semplicemente sovrana. Sta venendo direttamente dal Cuore di Dio, le sue intenzioni ed i desideri sono certamente in accordo con la Santa Trinità. Se vuole esprimere la sua vicinanza in questo modo, anche per il corso della vita, deve avere i suoi buoni motivi. Già ora possiamo dire che durante questi 29 anni Medjugorje non si è indebolito, non ha avuto soste. Potremmo persino dire, come hanno detto i frati ieri che, anche se ci non fossero più apparizioni, anche se i fenomeni soprannaturali di questo genere si arrestassero, la gente verrebbe ancora perché qui sperimentano la vicinanza di Cristo e della Madre di Dio in modo forte. Come a Lourdes dove le apparizioni sono finite 150 anni fa, ma la presenza della Madre di Dio non è finita. Quanta gente a Lourdes avverte la vicinanza della Madre di Dio che porta loro tanta consolazione! Recentemente l’ho di nuovo sperimentato: quando un uomo va alla grotta di notte e prega nel luogo dove Bernadette ha avuto le apparizioni, può dire semplicemente: È qui! E sarà sicuramente sempre così! È una vera consolazione vedere cosa irradia questo luogo attraverso le Sue mani benedicenti ed il Suo Cuore."

 

Bibliografia:      Medjugorje nella Chiesa -  di Marija Dugandžić - Informativni Centar "Mir" Međugorje

                          Maria, alba del terzo millennio - di Riccardo Caniato e Vincenzo Sansonetti - EDIZIONI ARES

                          Medjugorje, porta del cielo ed inizio di un mondo migliore - di Ljudevit Rupčić - ED. MEDJUGORJE

                          La posizione di Medjugorje nella Chiesa - di René Laurentin

                          La Vergine appare a Medjugorje? - di René Laurentin e Ljudevit Rupčić - EDIZIONI QUERINIANA